Cane colpito per telenarcosi insegue la libertà, la storia di Pasqualino. Per lui è stata scritta anche una poesia
Era un cane randagio ma libero. Non aveva un tetto sotto il quale ripararsi ma aveva la possibilità di sognare sotto quel cielo stellato che guardava ogni notte. All’improvviso, la sua tranquillità è stata trasformata in un incubo. Stiamo parlando di Pasqualino, un cane colpito con una cerbottana che si è risvegliato in un canile di Roma. Ecco la sua storia.
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Pasqualino non era solo. Condivideva le sue giornate con la sorella e non recava alcun fastidio agli altri. Nel canile di Muratella era chiuso in un box di soli tre metri quadri dove si sentiva oppresso e triste. Il suo sguardo alla ricerca disperata d’amore sincero ha attirato l’attenzione di un’operatrice della struttura che ha deciso di dedicargli una poesia. Il suo testo è così intenso e sentito da attirare Stefano Di Caprio, Presidente dell’Armata dei Randagi una sorta di oasi che ha il compito di accogliere quattro zampe considerati semi selvatici ossia che sono stati privati delle loro libertà. Nonostante la struttura sia lontana da raggiungere, il quattro zampe è stato aiutato da un meccanico e dalla scuola di formazione per cinofili ad attraversare ben 1400 chilometri. Nonostante, l’impresa giunta al termine, non c’è molto ottimismo riguardo la condizione del quattro zampe. “La vita di Pasqualino è rovinata. Non sarà mai la vita che lui ha scelto per sé stesso” è stato il primo commento a caldo partito da un membro dell’associazione.
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Stefano Di Caprio, Presidente, ha raccontato l’episodio soffermandosi sul valore della libertà che dovrebbe essere concessa a qualsiasi animale. “La libertà è un valore di cui ci siamo dimenticati. Non è qualcosa da temere perché siamo noi esseri umani che non riusciamo ad accettare che un cane possa vivere bene anche senza di noi.” Parole sincere che aggiungono anche una critica ai canili considerati come strutture che soffocano tale sensazione o valore primario nella vita degli esseri umani e degli animali. Al riguardo infatti sono fondamentali ed esaustive le parole di Francesca Finotto co-fondatrice della scuola “Pet Revolution”: “Gli animali hanno bisogno di un amore rivoluzionario. Un amore che si basa sul rispetto dei bisogni e dell’etologia delle singole creature, senza anteporre al primo posto i bisogni affettivi e narcisistici. Tale scuola propone dei percorsi fondati su un nuovo tipo di approccio didattico e relazionale. Vogliamo essere di supporto alle famiglie che si occupano di Pasqualino, delle associazioni e dei canili che si occupano di animali per trasformare l’attuale panorama cinofilo.”
Una considerazione notevole è stata emessa anche dall’educatrice Enrica Ceccarini che fa una significativa distinzione tra le razze da conoscere: “Alcuni cani con una genetica semiselvatica sono stati creati per sopravvivere allo stato libero. Tali esemplari purtroppo sono oggetto di una caccia condotta senza pietà da parte di volontari che scovano i cuccioli nelle tane mentre le madri sono costrette a nascondersi per la paura, non potendo fare nient’altro per salvarli.” Una situazione analizzata a fondo dai volontari dell’associazione che prendono la storia di Pasqualino come esempio. Riportiamo uno stralcio della poesia che è stata composta appositamente per lui: <<Chissà che te sogni Pasqualì forse le campagne dove eri libero insieme ai tuoi compagni. Dormi Pasqualì, sogna ancora che poi ti risvegli e ricomincia il tormento circondato da bipedi, rumore e cemento>>
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Benedicta Felice
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