Cane che abbaia di notte, nessuna condanna se a lamentarsi sono in pochi

Cane che abbaia di notte, nessuna condanna se a lamentarsi sono in pochi

cane che abbaia
Se il cane che abbaia non vi fa dormire non per forza il vostro vicino potrà essere condannato

Cane che abbaia di notte, niente condanna se a lamentarsi sono soltanto i vicini di casa ‘più stretti’. Così è stata ribaltata una sentenza di condanna.

Il caso del cane Miro ha catalizzato l’attenzione dei media italiani e non solo. In questa vicenda un povero cucciolone si è ritrovato a passare oltre tre settimane lontano da casa per via della denuncia di un vicino di casa, infastidito dal fatto che l’animale abbaiasse di notte, disturbando il suo sonno. Quest’ultimo, unico nell’intero isolato e che abitava a 300 metri dalla dimora dei proprietari di Miro, aveva ottenuto dal giudice il sequestro del cane. La vicenda si è poi conclusa nel migliore dei modi, con il ritorno a casa del quattrozampe, con l’obbligo di farlo dormire in casa di notte. E proprio ad una vicenda relativa all’abitudine del cane che abbaia in ore notturne vogliamo ora parlarvi. Infatti il proprietario di tre cani tenuti su di un terrazzo non è stato tenuto ad affrontare alcuna conseguenza, come disposto dalla Corte di Cassazione.

Cane che abbaia, sentenza sfavorevole al proprietario ribaltata

Quest’ultima ha reso nullo un verdetto di condanna di un tribunale, ritenuto frettoloso in quanto emesso senza aver compiuto le opportune verifiche del caso. L’uomo è stato assolto in quanto a lamentarsi sarebbero stati soltanto i suoi vicini di casa. E non anche altri residenti del quartiere che di fatto occupano altri palazzi. Difatti per la Cassazione non erano stati verificati alcuni fattori come i possibili rumori di fondo e la densità di popolazione del posto e la stazza dei cani coinvolti, tra gli altri. Perché le caratteristiche fisiche di un cane che abbaia possono determinare maggiore rumore o meno. A sporgere denuncia per disturbo della quiete era stata comunque soltanto la coppia che abitava proprio a fianco del padrone degli irrequieti animali. Nel verdetto di condanna era stato preso in considerazione soltanto il lasso temporale dell’episodio, svoltosi per quasi una notte intera nel 2011. Ad ogni modo il reato era caduto in prescrizione e quindi anche la relativa condanna è risultata annullata senza alcun rinvio.

A.P.

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