Il cane di una famiglia era finito in un rifugio per cani, da qui poi è diventato una cavia da laboratorio. Avrebbe fatto una brutta fine, come testimoniato da alcuni studenti.
Il cane di una famiglia dell’Alabama ha subito un destino tremendo. L’animale era finito in un ricovero per animali. Ma da qui è stato poi consegnato ad una scuola di veterinaria dove sarebbe stata utilizzata per un intervento chirurgico sperimentale. Che lo avrebbe portato probabilmente alla morte. Come riportato da WRBL News, il cane, di sette anni, era stato prelevato dal ricovero per animali della contea di Russell. Da lì poi è finito al Tuskegee University College of Veterinary Medicine. Si chiamava Sheba. Quando la sua vecchia famiglia ha saputo che l’animale si trovava al rifugio della contea, era troppo tardi.
Sheba era già stata consegnata alla scuola veterinaria. Secondo l’agenzia di stampa, la stessa famiglia non è stata in grado di ottenere risposte certe riguardo il destino di Sheba, quindi si è rivolta ai social media per chiedere aiuto. Il loro cane era stato smarrito ed è finito poi dapprima in un canile. E poi da qui è stato prelevato e portato alla scuola di veterinaria.
Tina Hively, la sua vecchia proprietaria, ha scritto quanto segue. “A quel tempo ero disperata e ho iniziato a postare su Facebook messaggi per chiedere a chiunque se avessero un’idea di cosa avrei potuto fare”. Tina è stata infine indirizzata al gruppo Facebook di ‘Alabama Stop Pound’. Qui è venuta al conoscenza del fatto che alcuni animali domestici possono venire usati in ambulatori sperimentali. In cambio di un pagamento. La famiglia di Sheba ha quindi iniziato una ricerca per trovare il cane alla scuola veterinaria. Tina alla fine è riuscito a raggiungere un professore della scuola che è stato in grado di aiutarla.
E Sheba è stata rintracciata in uno dei canili. Sorprendentemente, la famiglia è stata in grado di riportarla a casa. Se Sheba non fosse stata localizzata, è probabile che sarebbe stata operata e poi uccisa. Un ex studente della scuola veterinaria ha parlato delle situazioni traumatiche in cui gli allievi sono stati costretti a partecipare. “Ci sono state rimozioni oculari, amputazioni, introduzioni di corpi estranei nella gola del cane. Una situazione in cui poi bisogna aspettare un paio d’ore per poi recuperare l’oggetto”.
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L’informatore anonimo ha commentato la frequente morte dei cani. “Quando arriviamo al giorno della chirurgia terminale piangono tutti. Questi animali si fidano di te, e invece vanno incontro ad una fine tremenda. Anche quando andiamo nei canili per sceglierli è spesso traumatico”. Un’altra studentessa rivela: “Cercano di far sembrare questi animali come degli indesiderati. Ed in ogni caso vengono programmati per l’eutanasia, ma quando inizi a vederli davanti a te ti senti mortificato perché sai che potresti aver fatto potenzialmente un intervento non necessario su questi animali. Che in passato sono stati accolti in delle famiglie.
La stessa scuola veterinaria ha fornito una dichiarazione all’agenzia di stampa. “Il nostro uso di animali per preparare la prossima generazione di veterinari è sostenuto da molti gruppi professionali ed industriali che regolano tale utilizzo come parte dei nostri sforzi di insegnamento. Questi gruppi, così come le scuole di medicina veterinaria in tutto il paese, considerano questo tipo di esperienza chirurgica essenziale per preparare veterinari qualificati.
A.P.
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