Cane con un cartello appeso al collo: la frase che scatena la polemica – FOTO

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By Elisabetta Guglielmi

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Una foto condivisa su Twitter mostra un cane Pit Bull con appeso al collo un cartello che riporta una frase che ha scatenato la polemica sui social.

cartello polemiche PitBull combattimenti
La frase sul cartello ha scatenato le polemiche sui social (Screenshot foto Twitter –
Guardia Civil – amoreaquattrozampe.it)

Sui social network nei giorni scorsi è stata condivisa una foto che ha scatenato le polemiche da parte degli utenti del web. L’immagine mostra un cagnolino di razza Pit Bull Terrier dal manto bianco. Il cucciolo ha al collo un cartello sul quale è riportata una frase che è stata oggetto di un animato dibattito. La foto è stata condivisa dalla Guardia Civile spagnola sul proprio account Twitter @Guardia Civil e ha ricevuto migliaia di commenti. L’intento delle autorità spagnole è quello di arginare il problema dei combattimenti tra cani, nella speranza che una maggiore coscienza civica permetta a questa pratica brutale di scomparire. Ma non tutti coloro che hanno risposto al Tweet la pensano purtroppo allo stesso modo.

«No ai combattimenti tra cani! Se hai bisogno di denaro, lavora»: la frase del cartello che ha scatenato la polemica sui social (FOTO)

pit bull cartello foto
La foto di un Pit Bull con un cartello al collo ha scatenato le polemiche sui social per il contenuto del messaggio (Screenshot foto Twitter –
Guardia Civil – amoreaquattrozampe.it)

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Nel testo che accompagna il post, la Guardia Civile scrive quanto segue: «¿Todavía hay gente que disfruta con la salvajada que constituyen las peleas de perros por dinero? Ayúdanos a erradicarlas» (tradotto in italiano «Ci sono ancora persone che amano la ferocia dei combattimenti di cani per soldi? Aiutaci a sradicarli»). In modo più esplicativo, viene condivisa l’immagine del Pit Bull con il cartello appeso al collo.

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Il messaggio sul cartello riporta le seguenti parole: «No a las peleas de perros! Si quiere dinero, trabaje!» (tradotto in italiano: «No ai combattimenti tra cani! Se hai bisogno di denaro, lavora»). I combattimenti tra cani sono attività organizzate a fini di intrattenimento che consistono nel mettere di fronte due cani allevati per combattere tra di loro. Nonostante questa terribile pratica, che termina nella maggior parte dei casi con la morte degli animali, sia illegale, non sono pochi i casi in cui continua ad essere diffusa, appassionando soprattutto gli scommettitori che investono il proprio denaro su uno dei due cani.

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Ad essere maggiormente utilizzati per questi combattimenti illegali sono proprio i Pit Bull, la stessa razza del cagnolino che si vede nella foto condivisa su Twitter. Il post ha suscitato reazioni contrastanti da parte degli utenti del web.

Se in molti hanno espresso il loro disappunto per la barbarie dei combattimenti, con commenti come «Dovrebbero condannare tutte le persone che maltrattano gli animali e non dare mai più loro il diritto di riavere un animale», in tanti purtroppo ancora la pensano diversamente. Un utente ad esempio ha equiparato il combattimento tra cani alla boxe, ricevendo come risposta al proprio commento quanto segue: «Non mi piace la boxe, ma almeno i pugili decidono da soli, non i cani».

La Guardia Civile spagnola tutti gli anni dedica un post per chiedere aiuto alla cittadinanza al fine di contrastare questa attività illegale. Un paio di anni fa, sempre sull’account Twitter @Guardia Civil, era stata condivisa l’immagine di un cucciolo di Pit Bull con la zampetta alzata; una frase sotto alla foto invitava ad «alzare la mano se si è contro i combattimenti tra cani» (nel testo in spagnolo «Levanta la mano si estas en contra de las peleas de perros».

In Italia ad esempio questi combattimenti possono essere puniti con la reclusione da un anno a tre anni e con una multa da cinquantamila euro a centosessantamila euro. Come si legge sul post della Guardia Civile spagnola, chiunque viene a conoscenza dei combattimenti tra cani dovrebbe contattare le forze dell’ordine; solo con una maggiore informazione e un maggiore senso civico, si potrà porre fine a questa pratica brutale. (di Elisabetta Guglielmi)

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