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Gioia per Boyler, era il cane di un cacciatore costretto a vivere tra i cassonetti

Il cane Boyler festeggia con gioia la sua nuova vita dopo essere stato costretto a vivere tra i cassonetti e tra le mani di un cacciatore. 

L’attesa di Boyler (Facebook I Canuzzi di Marzia e Maria Onlus – Amoreaquattrozampe.it)

La gioia con cui Boyler ha festeggiato il suo primo giorno nella sua nuova vita non ha potuto fare a meno di contagiare con sentimenti positivi gli animi di molte persone che attendevano da tempo che il fido – sopravvissuto a una serie di sfortunate avventure nel suo passato – potesse trovare finalmente la pace che stava cercando. Boyler è stato tratto in salvo dalla Onlus “I Canuzzi di Marzia e Maria” dopo essere stato rinchiuso in un canile di Palermo. Ancor prima di questa temporanea e non idonea sistemazione Boyler era stato costretto a un’esistenza privata di qualsiasi rispetto nei suoi confronti.

Emoziona la trasformazione di Boyler, era il cane di un cacciatore costretto a sopravvivere tra i cassonetti

Finito – in passato – tra le mani di un cacciatore, e poi destinato – magro e senza più forze a disposizione – a sostentarsi tentando di sopravvivere con quel che trovava tra i cassonetti della spazzatura del posto, Boyler ha avuto la possibilità di riscattarsi riuscendo a mostrare la sua meravigliosa rinascita allo sguardo di coloro che lo hanno salvato da quella condizione di crudele anonimato e di insostenibile fatica.

L’incontro con Boyler (Facebook I Canuzzi di Marzia e Maria Onlus – Amoreaquattrozampe.it)

Il temperamento di Boyler e le sue caratteristiche fisiche denotano nel fido una straordinaria somiglianza con un due esemplari di quattro zampe amichevoli per antonomasia. Il primo accostamento che verrebbe con naturalezza da fare – osservando il pelo di Boyler – è quello di confonderlo con un Labrador Retriever. Mentre il secondo – tendendo fede alla capacità di Boyler ad un animo sempre giovane – sarebbe di accostarlo a un adorabile esemplare di Flat Coated Retriever. Eppure ciò che lo ha realmente salvato, donando a lui una nuova luce, è stata finalmente la scelta dei suoi futuri umani del cuore che non hanno badato alla sua razza quando al suo desiderio di avere una famiglia.

L’annuncio della raggiunta felicità di Boyler ha sollevato così numerosi cuori – che aveva fatto di tutto per lui – dall’angoscia che il fido non potesse vedere garantito il futuro migliore in cui sperava da tempo. Boyler era già da 2 anni ospitato dai volontari della Onlus e in attesa di trovare la sua casa per sempre. Poi la bella notizia è stata diramata sulla pagina Facebook dell’organizzazione no-profit, lo scorso 7 settembre.

La felicità di Boyler (Facebook I Canuzzi di Marzia e Maria Onlus – Amoreaquattrozampe.it)

I volontari si sono preparati al “grande giorno” andando a conoscere la famiglia che aveva deciso di accogliere Boyler. Poi hanno organizzato il viaggio verso Roma e sono partiti per la felice consegna. Boyler non aveva mai avuto “una casa piena d’amore, di cure e rispetto“, e adesso può invece festeggiare la sua tanto desiderata rinascita grazie a tutti coloro che hanno creduto in lui sin dal primo momento. Boyler è ufficialmente “adottato” da una famiglia con un “grandissimo cuore“.

Giada Ciliberto

Laureata in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione e laureanda in Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media (cinema) presso "La Sapienza" di Roma. La scrittura rappresenta per me un imprescindibile flusso vitale.  Il mio percorso nella Comunicazione inizia con BEJOUR (Become a journalist in Europe) conclusosi nel 2020, presso il Dipartimento CORIS dell'Università La Sapienza e con la successiva collaborazione con alcune riviste on-line. Tra i miei ulteriori interessi ed esperienze rientrano laboratori di scrittura creativa, di teatro, e altre attività legate alla scrittura per immagini.  Sono dell’idea che le creature del mondo animale sappiano ascoltarci anche quando restiamo in silenzio. In ognuna di loro abita un’anima sensibile, per tal ragione tangibile e meritevole di rispetto. Amo osservare e analizzare ciò che mi circonda, viaggiare senza una meta precisa. Credo nel potere anti-anestetico dell’arte e nell’energia potente e costruttiva che deriva dal lavorare a contatto con la natura e con tutte le persone che non hanno mai smesso di dialogare con il loro bambino interiore. 

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