La storia di un cane che attende il ritorno del suo padrone per 12 anni ricorda molto quella di Hachiko e la sua città gli dedica un omaggio.
La commozione dei cittadini per quanto vissuto in prima persona da Mukhtar potrebbe trasformarsi in qualcosa di più tangibile nei prossimi giorni. Secondo quanto annunciato da un ultimo comunicato – pubblicato su Twitter, lo scorso 8 settembre – il governo della città di Yalta, in cui ha da sempre vissuto il fido protagonista di questa storia, avrebbe già approvato la precedente idea di erigere una statua in suo onore.
In diretta da Yalta, una città della Crimea, i suoi abitanti hanno testimoniato di aver notato molte volte il Pastore Tedesco sul lungomare. Mukhtar, come un contemporaneo Hachiko, sembrava osservare con malinconia l’orizzonte rimanendo invano in attesa del suo umano del cuore. Il cane sarebbe rimasto in quel luogo, che si affaccia sulla distesa del Mar Nero, aspettando pazientemente che l’uomo facesse ritorno per anni.
Come accade nella reale storia di Hachiko, da cui è stata tratta – nel 2009 – l’omonima pellicola cinematografica statunitense con Richard Gere, Mukhtar ha aspettato per molto tempo che la persona con cui aveva condiviso i suoi primi anni di vita facesse ritorno. Sulla pagina di @trollstoy, su Twitter, nel frattempo appare l’annuncio ufficiale: “le autorità di Yalta […] stanno discutendo” per procedere con l’installazione di un monumento che prenderà il nome di: “Mar Nero Hachiko“.
Mukhtar ha visto scomparire, da un giorno all’altro, il suo papà umano. Il quale era impegnato – da tempo – nel proseguimento di un’importante missione di salvataggio in mare. L’uomo, che di professione faceva il bagnino, non sarebbe però riuscito a sopravvivere alla potenza delle onde. Mentre il suo Pastore tedesco avrebbe attraversato, soltanto recentemente, il ponte arcobaleno.
Mostrandosi piuttosto favorevoli al futuro innalzamento della statua di Mukhtar – che si affaccerà sul Mar Nero – gli abitanti del posto sperano che in qualche modo entrambi – sia l’instancabile fido, che il suo solidale padroncino – potranno continuare ad avvertire la presenza uno dell’altro anche dopo essere saliti entrambi sul ponte arcobaleno.
D’altronde non bisogna dimenticare che sarebbe stato proprio lo stesso Mukhtar a non perdere mai la speranza, in questi anni, di un avere un nuovo incontro con il suo coraggioso papà umano. (Giada Ciliberto)
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