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Cane all’asta, nessuno paga 50 euro per averlo: e torna dal suo padrone

Nessuno lo vuole, cane all’asta torna al suo proprietario originario

Nessuno compra un cane all’asta, il giudice sceglie quindi di restituirlo al suo proprietario.

Non è bastato l’esiguo prezzo base di soli 50 euro per far si che un cane all’asta trovasse un nuovo proprietario. Protagonista di questa vicenda è un Labrador di 9 anni che era stato pignorato al suo padrone, un allevatore originario di Tavenna. Già una prima volta nessuno si era mostrato interessato al suo acquisto all’asta, ma adesso la cosa si è ripetuta.

E così Molly, un esemplare femmina, è rimasto con il suddetto allevatore, nel frattempo designato come custode giudiziario dell’animale dal tribunale. La scelta di cancellare qualsiasi vincolo di pignoramento sul quattrozampe è parsa a molti come la migliore soluzione possibile, dal momento che vige con il suo proprietario originario un forte rapporto affettivo.

La sentenza risale allo scorso 4 luglio. Molto probabilmente l’età avanzata del cane all’asta deve avere giocato il suo peso. Difficilmente infatti le persone tendono ad adottare cani molto in là con gli anni. E 9 primavere rappresentano per questi animali l’inizio dell’anzianità. Una prima sessione in tribunale si era svolta lo corso 9 giugno.

Nessuno si era mostrato interessato e così l’Istituto Vendite Giudiziarie di Ravenna ha provveduto a far si che si riprovasse di nuovo. Anche stavolta però niente acquirenti, e la situazione è parsa chiara a tutti fin da subito. Nessuno mai avrebbe voluto comprare quel cane, e quindi si è scelto di concederlo al suo migliore amico umano.

Cane all’asta, alla vicenda si era interessata l’ENPA

Tra l’altro nel mezzo c’era stato anche un intervento dell’ENPA. L’associazione animalista aveva inviato una lettera al giudice incaricato affinché tenesse conto di un precedente datato al 2015. Precedente per il quale gli animali da compagnia sono considerati come beni primari non pignorabili, quali indumenti, frigoriferi e fornelli.

Nel caso di questo cane all’asta però sembravano non esserci i presupposti per considerare Molly come animale da compagnia, ma un bene derivante dall’attività di allevatore del suo proprietario. Tutto ha inizio tre anni fa, quando l’allevatore non aveva voluto far fronte ai debiti contratti in occasione di una causa civile.

Per questo gli vennero sequestrati altri 5 quattrozampe, mentre l’animale in questione è rimasto comunque con lui. E l’uomo comunque non si dice soddisfatto di questa sentenza, in quanto a suo dire non ha più potuto utilizzare Molly nella sua attività.

A.P.

 

 

Antonio Papa

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Antonio Papa

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