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Aspetta da 4 anni che tornino a prenderlo: cane abbandonato non si dà pace

Scoprono che il cane BonBon aspetta da 4 anni che i suoi proprietari tornino a prenderlo: non si dà pace da quanto lo hanno abbandonato. 

Il cane che aspetta (Pixabay amayaeguizabal – Amoreaquattrozampe.it)

 

Non conoscevano ancora quale fosse la sua reale identità o la sua provenienza, eppure dopo che un gruppo di passanti aveva continuato a notare l’insolita presenza in strada di un triste cagnolino che rimaneva sempre nello stesso luogo – come se non volesse mai allontanarsi da quella che era divenuta, ormai da tempo, la sua postazione – avrebbero iniziato a indagare sul suo conto per scoprire quale fosse la sua storia. Leo – questo il nome affidato al cane durante la sua permanenza in strada, nelle vicinanze di una stazione di servizio – aveva ricevuto nel frattempo  l’aiuto di una donna che, dopo avendo notando la volontà del pelosetto di restare lì dov’era, portava lui del cibo e dell’acqua per favorire il suo sostentamento.

Il cane BonBon viene abbandonato e aspetta 4 anni che tornino a prenderlo

Con il passare del tempo – grazie all’aiuto della donna che aveva aiutato il fido ribattezzato con il nome di Leo fino a quel momento – si è scoperto che il cane in realtà si fosse accidentalmente smarrito durante un trasloco e, da quel momento, non avrebbe mai rinunciato all’eventuale possibilità di riuscire a incontrare la sua famiglia.

Il cane abbandonato (Pixabay Alexas_Fotos – Amoreaquattrozampe.it)

 

La donna che stava già provvedendo a indagare sul conto di Leo, dopo averlo preso a cuore, grazie ad alcuni annunci diramati in rete, con delle foto che ritraevano il triste fido disperso in una località della Thailandia, è finalmente riuscita a entrare in contratto con la vera famiglia del cagnolino. Secondo gli abitanti del posto pare si sia trattato di un vero miracolo. Senza l’aiuto della donna il fido avrebbe continuato ad attendere nel luogo esatto dove aveva visto allontanarsi i suoi proprietari per l’ultima volta, mentre loro – non sapendo dove lo avessero smarrito – forse non avrebbero mai avuto la possibilità di rintracciato.

Il vero nome del cane era BonBon e la sua famiglia avrebbe continuato a cercarlo per ben quattro annualità consecutive senza riuscire ad avere alcuna utile informazione. La donna ha organizzato un incontro con la famiglia di BonBon presso la stazione di servizio. L’emozione dei suoi genitori umani e del fido non avrebbe tradito le aspettative. Eppure, in seguito al loro ricongiungimento, il destino di BonBon sarebbe stato diverso da quanto aveva lasciato intendere quest’ultimo incontro.

La tristezza del fido (Pixabay damita118 – Amoreaquattrozampe.it)

 

Forse dopo essere rimasto a lungo in attesa, BonBon si era ormai affezionato più del dovuto alla donna che lo aveva aiutato a sopravvivere nei mesi precedenti al tanto atteso incontro con la sua famiglia. Per tal ragione il fido avrebbe dato modo ai suoi vecchi padroncini e alla sua nuova conoscenza, di voler rimanere assieme a quest’ultima. Ad ogni modo, nonostante la decisione intrapresa dal fido, la gratitudine della famiglia di BonBon si è manifestata a pieno con la signora che era riusciti a contattarli e a permettere di riabbracciare il loro amico a quattro zampe dato precedentemente per disperso.

Giada Ciliberto

Laureata in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione e laureanda in Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media (cinema) presso "La Sapienza" di Roma. La scrittura rappresenta per me un imprescindibile flusso vitale.  Il mio percorso nella Comunicazione inizia con BEJOUR (Become a journalist in Europe) conclusosi nel 2020, presso il Dipartimento CORIS dell'Università La Sapienza e con la successiva collaborazione con alcune riviste on-line. Tra i miei ulteriori interessi ed esperienze rientrano laboratori di scrittura creativa, di teatro, e altre attività legate alla scrittura per immagini.  Sono dell’idea che le creature del mondo animale sappiano ascoltarci anche quando restiamo in silenzio. In ognuna di loro abita un’anima sensibile, per tal ragione tangibile e meritevole di rispetto. Amo osservare e analizzare ciò che mi circonda, viaggiare senza una meta precisa. Credo nel potere anti-anestetico dell’arte e nell’energia potente e costruttiva che deriva dal lavorare a contatto con la natura e con tutte le persone che non hanno mai smesso di dialogare con il loro bambino interiore. 

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