AIDAA ed il popolo del web intervengono con sdegno in merito alla vicenda del cane sequestrato a Trento perché abbaiava in maniera eccessiva.
Arriva un aggiornamento significativo in merito alla vicenda avvenuta in provincia di Trento. Qui un cane abbaia troppo, a detta di un vicino di casa dotato evidentemente di non molta pazienza. E per iniziativa di quest’ultimo, si è arrivati ad una clamorosa decisione da parte del giudice, che ha disposto il sequestro dell’animale. L’uomo che aveva inoltrato denuncia aveva motivato questa sua scelta con il fatto che il quattrozampe “non lo faceva dormire la notte”. Ed ovviamente i padroni dell’animale, di nome Miro, sono rimasti esterrefatti. Dopo aver dovuto pagare due multe, ad ottobre ed a gennaio rispettivamente, giovedì mattina i carabinieri hanno bussato alla porta di casa presentando ai padroni del cane un provvedimento di sequestro. Adesso la coppia ha annunciato ricorso ed a fine aprile ci sarà un dibattimento in aula di tribunale. Nel frattempo la coppia stessa ha chiesto l’appoggio delle associazioni animaliste. La prima a mostrare interesse per la vicenda è stata AIDAA.
Il suo presidente, Lorenzo Croce, sempre in prima linea quando si tratta di vicende controverse che coinvolgono gli animali, ha detto la sua. “Un cane abbaia e viene in pratica arrestato. Come se questo animale non potesse fare altrimenti, visto che è proprio della sua natura comportarsi in tale modo. Adesso quel povero essere è stato tolto ai suoi legittimi proprietari per essere portato in un canile. Equivale proprio ad una detenzione in piena regola. Intanto quel povero animale rimarrà in questa condizione ancora per un altro mese. Poi si dovrà stabilire il suo futuro”. Croce effettua anche un significativo parallelismo con un recente decreto governativo. Nelle scorse settimane è stato stabilito che si dovrà accedere al carcere soltanto per reati che prevedono pene dai 4 anni a salire. In questo modo automaticamente chi compie violenza ed abusi sugli animali scamperà all’arresto.
Le pene infatti equivalgono al massimo ad un anno e pochi mesi. Invece tanta severità fa specie, la giustizia funziona al contrario. E questo pensiero viene ulteriormente accentuato al pensiero della pena ridicola inflitta a coloro che uccisero il povero cane Angelo. Venerdì hanno cominciato i loro sei mesi di servizi sociali, una condanna veramente assurda”. Croce definisce questa vicenda “vergognosa. Perché mentre gli uccisori, gli avvelenatori ed i maniaci restano a piede libera, di contro un cane abbaia un pò troppo e finisce al gabbio. E pensare che questo gesto è un suo diritto e fa parte della sua natura. Ma ancora una volta abbiamo capito di vivere nel paese delle barzellette”. Intanto è stata aperta una petizione in favore del povero animale e dei suoi proprietari, che ha già ottenuto più di 23mila firme.
A.P.
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