Un nuovo anno è ormai arrivato: il cambiamento che molti di noi si aspettano passa (anche) dal rispetto verso gli animali. Insieme si può!
Molti di noi, in questo preciso istante (qualche ora prima della mezzanotte), si staranno chiedendo cosa ne è stato di questo 2020. Un anno davvero intenso, caotico, per certi versi anche rivoluzionario. Le nostre vite (che forse nemmeno più di tanto ricordiamo) sono letteralmente cambiate. Al centro di tutto c’è stata la pandemia da coronavirus, partita (quasi) ad inizio anno e mai più terminata, tant’è che nel mese di gennaio, forse, ci si aspetta anche una terza ondata.
Se nessuno sa, con certezza, cosa ci aspetta nel corso del prossimo anno, ciò che, però, abbiamo visto, nel corso di tutto il 2020, ci ha toccato da vicino e ci ha scosso più di ogni cosa. Se alcuni non vedono l’ora che tutto finisca per tornare a una pseudo normalità, altri hanno optato per una lunga riflessione, deducendo che, nel corso della vita stessa, dalle intemperie si esce tutti assieme e non ognuno per i “fattacci” suoi. Questo è stato e continua ad essere il più grande insegnamento che ci ha riversato addosso, senza che noi lo chiedessimo affatto, la pandemia da coronavirus.
Detto ciò, purtroppo, abbiamo assistito alla soppressione (alcune delle quali molto recenti) di molti animali che potevano aver contratto il coronavirus, come i visoni, i primi a essere letteralmente “fatti fuori” in diversi Paesi del mondo, alcuni dei quali anche europei. Risposta alla vicenda? Non avevamo un piano B. E se continuiamo ad andare avanti così non lo avremo nemmeno in futuro. Il cambiamento passa (anche) dal rispetto verso gli animali. Lasciarli abitare nei loro posti più naturali è il primo passo verso un nuovo mondo.
Il mondo che ci aspetta contempla il rispetto verso gli animali: un cambiamento vero, se effettuato assieme
Così siamo arrivati ai saluti finali. Il 2020 ci abbandona. Il 2021 entra ufficialmente in gioco con un’eredità pesante e pazzesca: cambiare le sorti in tavola. Come si fa? Non di certo affidandosi al caso, ma all’azione, soprattutto di noi esseri umani.
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Al di là della pandemia, che è stata e continua a essere un vero “massacro” fisico e psicologico, molte cose buono sono accadute in questo 2020 che volge al termine. In alcune nazioni del mondo sono stati chiusi ufficialmente degli zoo ultracentenari, aperti solo per “massacrare” gli animali e mostrarli davanti a tutti come oggetti da spettacolo. Anche i circhi, in qualche parte del globo, hanno chiusi i battenti. In alcune di queste strutture gli animali, reali, sono stati sostituti da alcuni ologrammi che riprendono le gigantografie di esemplari selvatici, senza che questi vengono sfruttati fino alla più becera morte.
E ancora: le pene, per chi maltratta gli animali, sono state inasprite in moli Paesi mondiali. Con multe salate, fino a prevedere qualche anno di carcere. Tutto questo cosa ci induce a pensare? Che, proprio in un anno come può essere quello pandemico poc’anzi citato e quasi concluso, il cambiamento può essere una variante a cui si può accedere se si vuole farlo tutti assieme.
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La redazione di Amore a quattro zampe ha scritto molti articoli sui tempi poc’anzi citati, che potete leggere scorrendo tra le news o cliccando nella barra di ricerca. Lo abbiamo capito da subito: il cambiamento passare (anche) dal rispetto verso gli animali. Ma questa non deve essere una pratica che trova molte parole e pochi fatti. Rispettarli vuol dire, per la maggior parte delle specie che conosciamo, lasciarli liberi di abitare nelle terre che più sono consone al loro stile di vita.
Lasciarli, insomma, nel loro habitat naturale, senza mai più vederli in strutture che fungono da attrazione verso un pubblico “addestrato” a osservare il nulla. Perché un animale chiuso in gabbia equivale a un nulla in atto. E i nostri amici a quatto o più zampe sono parte del tutto, come lo siamo noi, le piante, le montagne, i mari e tutto ciò che fa parte della Natura. Cambiamo, insieme… si può!