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Calendario venatorio 2019/2020 viola criteri scientifici nel Veneto. Caccia aperta anche a specie rare con cuccioli
A denunciare le violazioni dei criteri scientifici di Ispra è Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Ambiente della Regione Veneto, commentando aspramente la delibera regionale 943 del 2 luglio 2019, pubblicata sul Bur del Veneto il 5 luglio, che ha fissato le date della caccia per la stagione 2019/2020.
Secondo quanto dichiara Zanoni in un comunicato, “i contenuti del nuovo calendario venatorio fanno rizzare i capelli. Sono di una gravità inaudita, con una serie di palesi violazioni dei principi di tutela della fauna selvatica sanciti dalle Direttive comunitarie, dalle leggi statali e da appositi piani nazionali di gestione”.
“Le preoccupazioni sono ben evidenziate dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ha rilasciato il parere obbligatorio per legge lo scorso 13 giugno, firmato dal dottor Piero Genovesi responsabile del Servizio coordinamento fauna selvatica. Undici pagine con un giudizio impietoso, che conferma la gravità delle scelte della giunta Zaia in tema di caccia, poiché minacciano la conservazione di molte specie selvatiche, in particolare degli uccelli migratori e vanno contro i criteri scientifici indicato dall’Istituto”, afferma Zanoni.
Rispetto agli anni precedenti, sottolinea il consigliere “si inizierà in anticipo di due settimane, ovvero il primo settembre anziché domenica 15 come prevede la legge per l’apertura generale”.
Tra gli elementi più sconcertanti è che “nella preapertura si potrà sparare a specie che hanno ancora i piccoli dipendenti dai genitori come il colombaccio o, peggio, in precario stato di conservazione come la tortora selvatica, che l’Iucn, Unione mondiale per la conservazione della natura, considera minacciata”.
Inoltre, prosegue Zanoni, “tra le specie consentite come cacciabili ve ne sono addirittura due che l’Ispra indica come necessarie di tutela; il combattente, un raro migratore variopinto con un caratteristico ventaglio intorno al capo e una cresta di piume sulla sommità della testa e la moretta, una piccolissima anatra con un ciuffo dietro la testa, che può essere confusa per la rarissima moretta tabaccata”.
“L’Ispra non solo condanna la preapertura al primo settembre- sottolinea il consigliere Pd- ma ritiene sbagliato cominciare a cacciare una lunga serie di uccelli migratori il 15 settembre, indicando invece una data più sicura per la loro conservazione, ovvero il primo ottobre. E, ancora, per specie in declino come la beccaccia, viene indicata la chiusura al 31 dicembre, mentre la Regione la fissa ben tre settimane dopo”.
L’elenco del calendario venatorio contiene diverse indicazioni che non sono accettabili.
“Anche per il carniere, ovvero il numero massimo giornaliero e stagionale di animali da uccidere per ogni singola specie, la Regione va decisamente contro l’Ispra. Solo per citare un esempio, per il moriglione, una piccola anatra dalla testa colore rosso mattone, l’Istituto prevede un carniere di massimo due soggetti al giorno per cacciatore e di 10 per tutta la stagione venatoria, il Veneto ha alzato il limite a 25 al giorno per cacciatore con un massimo di 425 capi per l’intera stagione. Ho dovuto rileggere più volte il calendario e purtroppo le cose stanno proprio così. Ispra poi condanna le cinque giornate di caccia settimanali nei mesi di ottobre e novembre che invece dovrebbero essere ferme a tre. Sotto accusa poi l’addestramento dei cani, che la Regione vuole consentire già dalla terza domenica di agosto, con la calura estiva, quando gli animali sono stremati dal caldo. La proposta è del primo settembre, col divieto nelle ore tardo pomeridiane”.
“Questa è solo una sintesi con qualche esempio, la situazione in realtà è ancor più grave”. Ecco perché il consigliere ha invitato i rappresentanti delle associazioni di tutela dell’ambiente e degli animali, come Lipu, Wwf, Lav, Enpa, Oipa, Lac, “a leggersi il calendario venatorio e soprattutto il parere di Ispra, anche in prospettiva di un loro auspicato ricorso al Tar del Veneto”.
E’ chiaro per Zanoni che “la Regione dimostra ancora una volta di non avere nessun rispetto per gli animali selvatici e per la loro conservazione, e ancora nessun rispetto delle indicazioni tecnico scientifiche di Ispra e delle leggi nazionali e comunitarie sugli animali selvatici”.
Il consigliere ha poi tenuto a ricordare che rispetto l’apertura anticipata della caccia al colombaccio, è da sempre stata esclusa perché ai primi di settembre ci sono ancora i piccoli implumi, e la caccia alla tortora selvatica ‘nonostante il piano di gestione nazionale proponga di sospendere il prelievo nelle preaperture”. In conclusione – aggiunge – mi chiedo cosa penseranno tutti quei
“Una scelta a favore di una piccola categoria e decisamente contro la fauna selvatica, considerata dal diritto italiano patrimonio dello Stato, ovvero di tutti”, conclude Zanoni.
C.D.
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