Ancora una volta giunge la notizia di un abbattimento di una specie protetta da parte dell’opera indiscriminata dei cacciatori. Lo riferisce il WWF, che in una nota descrive l’incidente nel quale un airone cenerino trampoliere è finito sotto i colpi di fucile a San Pietro Lametino, in provincia di Catanzaro. L’uccello non è morto, come spiega la nota associazione animalista: “La sua fortuna, dopo la rovinosa caduta che gli ha procurato la frattura di una zampa, è stata quella di essere avvistato da tre ragazzi: Paolo De Vito, Gino Guzzi e Giovanni Pagano, che si sono subito prodigati per recuperarlo ed affidarlo nel più breve tempo possibile alle cure di un centro specializzato”.
Subito i volontari del WWF hanno coinvolto diversi specialisti ed esperti del settore, tra i quali Milena Provenzano, biologa del Gruppo di Ricerche Naturalistiche ‘Ge.Co’ di Lamezia Terme, e la sezione calabrese dello stesso WWF con il suo Nucleo di Guardie Venatorie. L’airone è stato condotto nel più vicino Centro Recupero Animali Selvatici dove è stato immediatamente sottoposto ad una delicata operazione chirurgica, con un intervento all’arto fratturato per aggiustare la situazione e rimuovere i pallini da caccia rimasti nel suo corpo.
Si tratta del secondo casi di ferimenti di un airone nel giro di soli dieci giorni, ed il WWF accusa senza mezzi termini l’assenza definita vergognosa di qualsivoglia controllo delle malefatte perpetrate dai cacciatori su tutto il territorio della regione Calabria. Un triste fenomeno che è diventato purtroppo ben più frequente dopo la smobilitazione di diverse forze di polizia provinciali, unita alla difficoltà di monitorare un così vasto territorio.
WWF rivolge anche un appello a tutte le forze dell’ordine affinché dedichino maggiori sforzi nell’ambito della tutela della fauna selvatica, “cosa che costituisce patrimonio indisponibile dello Stato, così come sancito dal primo articolo della legge n.157 del 1992, al fine di arginare una pericolosa anarchia venatoria in cui si finisce con lo sparare a tutto e dovunque”. Dall’apertura della stagione della caccia sono stati diversi gli episodi controversi sia nei boschi che nelle aule degli enti locali.