Cacciatori in rivolta contro Federcaccia: “Stiamo con il cane ucciso”

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By lotta75

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Era pressoché impossibile che fino ad oggi, le associazioni dei cacciatori non prendessero posizione sul caso drammatico accaduto a San Daniele, dove la scorsa settimana un cacciatore ha sparato con il preciso intento di uccidere un cane che stava facendo una passeggiata con il suo padrone.

Le dichiarazioni del presidente regionale di Federcaccia, Paolo Viezzi hanno sollevato un polverone mediatico laddove Viezzi ha difeso il cacciatore minimizzando l’accaduto, affermando che si “trattava solo di un cane”(clicca qui).

E così, alla vigilia della manifestazione delle associazioni animaliste che si è tenuta domenica ad Udine, sono intervenuti i rappresentanti di alcune associazioni di cacciatori, i quali hanno criticato la posizione di Viezzi.

MANIFESTAZIONE- Oltre 200 animalisti hanno preso parte alla veglia dedicata ad Adamas, il border collie rimasto vittima della vicenda. Una rappresentante di Oipa, Mariarosa Pacorigh ha ribadito che “se la prima fucilata poteva essere stata un errore, la seconda di certo non lo è stata. Il fatto di uscire per passeggiare con il proprio cane e tornare a casa da soli dopo che qualcuno lo ha freddato fa inorridire”.

Intanto si contanto 11.686 firme per la petizione destinata alla presidente della Regione Debora Serracchiani volta a ottenere una legge sulla caccia.

POSIZIONE CACCIATORI– “Perché mai il presidente regionale di Federcaccia ha ritenuto di ritagliarsi un momento di notorietà tentando di distruggere i valori di un binomio, quello di cane-padrone, che è ormai nel Dna collettivo?”, si è chiesto Sandro Levan, presidente regionale di Pro segugio e consigliere nazionale di Libera caccia, sostenendo che si tratta di “un’infausta affermazione che in quel di San Daniele fosse stato ucciso un cane, non una persona, insultando così implicitamente il proprietario del povero animale abbattuto”.

Levan sottolinea che un cacciatore sa quanto l’affetto per il proprio cane viene ampiamente ricambiato e afferma di essere “rimasto basito leggendo le dichiarazioni del presidente Viezzi dove sostiene che il grave atto accaduto a San Daniele. Levan si è pertanto dissociato dalle posizioni assunte da Federcaccia affermando che “nelle vesti del sindacato dei cacciatori, non mi è parsa all’altezza di difendere adeguatamente il mondo venatorio”.

Anche l’Arcicaccia del Friuli Vg ha ribadito di stare “con il cane. Incondizionatamente”, esprimendo “la propria condanna per un atto incivile. Indipendentemente delle valutazioni che farà la magistratura, la nostra organizzazione sottolinea come la barbara azione sia quanto di più lontano ed estraneo alla cultura del cacciatore. Il cane è il nostro amico, sia esso segugio, da ferma, da sangue o un fedele compagno, al quale ciascuno di noi dedica tempo per la cura e il suo benessere. L’uso del fucile, l’abbattimento della selvaggina in un’azione venatoria sono per noi un privilegio e un onere che comportano consapevolezza e responsabilità. Comportamenti, modi di essere che si allontanano dai fondamenti dell’etica venatoria fanno parte di un mondo che combattiamo”.

Arcicaccia ha poi ricordato di volere “l’accrescimento culturale del cacciatore, il suo inserimento nella natura come fruitore oculato nei prelievi, ma anche come osservatore attento e sensibile dei fenomeni e dei mutamenti che spesso le dissennate azioni degli uomini determinano e che trovano in noi una sponda forte e decisa accanto a tutti coloro che amano la natura”.

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