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Cacciatore ucciso da un cinghiale: morto dissanguato

Ci sono delle tragedie che potrebbero essere evitate e purtroppo chi pratica determinate attività dovrebbe essere consapevole del pericolo che corre. E’ il caso della caccia che ogni anno fa registrare numerosi incidenti, molti dei quali mortali. Oltre alla tanto odiata tradizione di uccidere gli animali selvatici, la caccia espone lo stesso cacciatore a pericoli non solo dovuti alle armi da fuoco, al contesto ambientale, territori di montagna con precipizi e crepacci, ma anche agli animali come i cinghiali.

Non è per caso che si tratta di un’attività contestata e ben regolamentata anche se mancano spesso e volontieri i controlli. Tra i casi registrati quest’anno, recentemente, un cacciatore è stato trovato dissanguato nei boschi della Romita di Pianello di Cagli in provincia di Pesaro Urbino.

L’uomo è stato azzannato da un cinghiale e quando i suoi compagni non lo hanno visto far ritorno dopo la battuta di caccia, hanno dato l’allarme. In pochissimo tempo i soccorsi sono arrivati sul posto e dopo un’ora e mezzo dalla segnalazione i vigili del fuoco hanno trovato il corpo del cacciatore ormai senza vita e vicino al lui il cinghiale morto.

Secondo le indiscrezioni, l’uomo sarebbe morto per le ferite provocate dal cinghiale che per difendersi lo avrebbe aggredito. A sua volta, il cacciatore avrebbe sparato un colpo sull’animale per avvertire anche i compagni di battuta.

Da sempre, gli animalisti protestano contro la caccia al cinghiale, sottolineando che ci sono dei metodi alternativi per il contenimento del sovrappopolamento della specie. La tradizione, le associazioni di categorie e sicuramente il giro di affari che comporta il settore prevalgono spesso sulla società civile e sul benessere e la tutela degli animali, nello specifico quelli selvatici. Una tradizione diventata uno “sport” praticato da molte persone nel bel paese, nonostante al di là di alcuni specie infestanti, vi sia la necessità di un ripopolamento. Molti cacciatori non a caso sarebbero a favore di una tregua della caccia per qualche anno, in modo da ripopolare la fauna selvatica. Uno settore nel quale purtroppo è ancora molto diffuso il bracconaggio ovvero la caccia praticata con tecniche illegali che condannano gli animali a morte atroci.

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