Ancora una volta emerge un triste caso di maltrattamento ai danni di un cane. Ed ancora una volta centrano un cacciatore senza scrupoli e senza compassione ed un collare elettrico. Un odioso strumento il cui utilizzo è vietato dalla legge ma che viene usato a sfregio di qualsiasi norma e del fatto che genera sofferenza negli animali. Al solo scopo di addestrarlo poi, quando al suo uso non è comprovata alcuna efficacia. Il fatto è accaduto stavolta a Castiglione dei Pepoli, località situata sugli Appennini in provincia di Bologna.
Qui in una zona boscosa sono intervenuti gli agenti della Polizia provinciale di Bologna, che hanno trovato il quattrozampe disperso tra la vegetazione. Si trattava di un segugio italiano di 8 mesi che cercava riparo dalla pioggia. Ai soccorritori era parso molto spaventato e sofferente, in particolare per la fame ed il freddo. Addosso aveva un collare elettrico radiocomandato ancora funzionante, che gli stringeva il collo causandogli dolore. Era stato applicato così appositamente, in maniera tale da infliggere maggiore dolore una volta mandato l’impulso.
Quando il collare gli è stato tolto, l’umore del cane è migliorato e questi ha anche iniziato a socializzare con gli agenti. Le forti scariche elettriche alle quali era stato sottoposto gli avevano provocato degli increspamenti insoliti sulla pelle nella zona del collo. Adosso l’animale aveva regolarmente impiantato un microchip. Ed attraverso questo, i poliziotti sono poi riusciti facilmente a risalire al suo proprietario, un cacciatore originario della Toscana che stava sottoponendo il cucciolo alla caccia al cinghiale, tra l’altro in una zona vietata a questa attività specifica. Il sospetto è che l’odioso addestramento sia cominciato già dopo le prime settimane di vita del cagnolino. Il quale dev’essere scappato dalla paura. L’uomo è stato raggiunto da un provvedimento che gli notifica una denuncia per maltrattamento di animali. Per quanto riguarda il quattrozampe, è stato invece sequestrato ed affidato alle cure dei veterinari dell’Asl. Quella dell’utilizzo del collare elettrico è, come detto, una prassi molto diffusa anche tra i cacciatori qui in Italia. E difatti sono numerosi i casi che con una certa frequenza vengono alla luce.
A.P.
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