Un grande vittoria contro la caccia arriva direttamente dalla Sicilia: per il periodo 2020-2021 vietata nei confronti dei conigli e solo questi.
Un tema molto ricorrente che, almeno sembra, pian piano sta entrando nelle coscienze dei molti. Un tema che, soprattutto durante il periodo estivo ha fatto molto discutere, portando allo scontro politico più e più volte. L’argomento è la caccia, odiata (giustamente) da tutti gli amanti degli animali. Una tradizione che, già chiamarla in questo modo mette i brividi, in molti vogliono cancellare per dare libero sfogo alla vita di altri esseri viventi come noi: gli animali. Il dibattito è molto acceso e come sempre arrivano sconfitte e vittorie.
Ultimamente, però, grazie anche alle parole spese e dagli interventi fatti dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, l’argomento si è intensificato ed è molto più “facile” portare a casa delle vittorie. Nel Nord Italia si è molto discusso sull’abbattimento forzato dei lupi e degli orsi, specie protette, che qualcuno voleva uccidere senza un pericolo dietro. O almeno, un pericolo c’era: l’essere umano stesso che s’infila in dinamiche o ambienti, nel vero senso della parola, che di sua competenza non hanno proprio nulla. Poi siamo passati per il Centro Italia, con altre lotte sulla caccia e diverse vittorie. Oggi, paradossalmente sul finire dell’estate (anzi ad estate conclusa e inverno iniziato), ci spostiamo nel Sud Italia, dove un ricordo al Tar contro una specifica caccia è stato accolto, tra entusiasmi e vari festeggiamenti.
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E oggi parliamo della Sicilia, di un’importante vittoria che arriva dal Sud Italia. Il Tar ha deciso: stop alla caccia al coniglio il Sicilia. Da poche ore è stato accolto il ricorso contro tutto il calendario venatorio del 2020-2021. Una vittoria a 360° ottenuta grazie all’audacia e al volere di Legambiente, Lipu e Wwf. Nello specifico viene sospesa completamente la caccia al coniglio. La specie viene protetta in tutto e per tutto, e stabilita anche l’integrale protezione delle specie pavoncella e moriglione, due specie tipiche delle zone umide. Ma non solo il coniglio, come animale, a tener banco in questa splendida vittoria: saranno vietate anche le immissioni e abbattimenti dei fagiani e delle starne. Mentre a gennaio vietata anche la caccia alla beccaccia.
I cacciatori dovranno mettersi “il cuore in pace”. Più passa il tempo più per loro le cose si mettono male. C’è sempre più gente consapevole che la caccia non è uno sport o una tradizione, ma qualcosa di profondamente nocivo, per gli animali e per i sentimenti di altri esseri umani che vogliono proteggere soprattutto delle specie a rischio.
Entrando ancora più nel merito della questione, con un’ordinanza del 26 settembre il Tar, lo stesso sopracitato, ha ribadito alcuni principi che erano già stati fissati in altre sentenze ed anche e soprattutto dal Consiglio di Giustizia Amministrativa. Si parla di preminenza dell’interesse faunistico-ambientale rispetto all’interessa alla pratica della caccia. Anche qui, detto in parole più semplici: il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e degli animali, conta di più di una semplice pratica, nociva, che piace sempre a meno persone. In mancanza di una certezza scientifica questi soggetti con il “fucile in mano” devono ritirarsi, con la coda fra le gambe, nelle loro case. Tutto ciò deve ispirarsi al principio di precauzione, il quale può assolutamente giustificare l’adozione di misure di protezione anche laddove permangono incertezze scientifiche sull’esistenza o la portata dei rischi.
Dopo le visite del ministro Costa in alcuni ambienti del Nord Italia per la salvaguardia di specie protetti, arriva un’altra importante e significativa vittoria per il mondo animale. Su i calici, oggi si può festeggiare.
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