Buoni spesa stanziati dal Governo alcuni comuni si rifiutano di far utilizzare i buoni per l’acquisto di cibo per gli animali domestici.
A causa della diffusione del Covi-19 in tutto il mondo OMS organizzazione mondiale della sanità si è vista costretta a dover dichiarare la pandemia. Molti paesi, tra cui l’Italia, si sono visti costretti a imporre alcune restrizioni alla libertà delle persone e di alcune attività commerciali per far si che il virus non si diffondesse più di quanto non si fosse già diffuso.
Molti esercizi commerciali sono stati infatti chiusi, tra queste attività sono rimaste aperte quelle che si occupano degli animali, infatti i loro alimenti sono considerati beni di prima necessità ed è proprio per questo che non si capisce il motivo per il quale ora alcuni comuni escludono che una parte dei buoni spesa,stanziati per aiutare chi in questo terribile momento si trova in difficoltà economica, possano essere utilizzati per l’acquisto di beni di prima necessità per gli animali.
Secondo una ricerca condotta da LAV infatti in moltissimi comuni sono state attuate “misure urgenti di solidarietà alimentare”.
Il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha anticipato più di 400 milioni stanziati dal Governo. Dalle ricerche però sono emersi 4 casi negativi: sembra infatti che alcuni comuni abbiano impedito che una parte dei buoni spesa possa essere utilizzata per l’acquisto di beni da destinarsi agli animali.
I quattro comuni sono stati individuati da nord a sud e sono Zafferana Etnea in provincia di Catania, Velletri in provincia di Roma, Montevarchi provincia di Arezzo e Carmagnola in provincia di Torino.
Le amministrazioni di questi comuni hanno vietato tassativamente l’acquisto di materiali e alimenti per animali imponendo ai trasgressori la restituzione dei buoni.
Dato che con il Decreto Ministeriale è stato assodato che gli alimenti e i beni da destinarsi a gli animali sono considerati beni di prima necessità, non è chiaro per quale motivi questi comuni debbano imporre questa limitazione.
Gli altri comuni come Modena, Legnano, e in moltissimi altri comuni questa limitazione non esiste assolutamente. Addirittura nel caso di Ciampino (RM) il comune ha previsto anche una piccola somma da destinare alle cure degli animali per l’acquisto di medicinali.
Pertanto la LAV ha chiesto al Ministro dell’Interno, e ai Prefetti” di correggere laddove necessario i Comuni che per conto proprio, non vincolati da alcun atto, hanno autonomamente deciso di escludere la spendibilità dei buoni spesa per la parte dovuta all’accudimento di animali che fanno parte, a tutti gli effetti, della famiglia”.
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