Il Bull Terrier, una razza canina particolarmente incline a malattie: e c’è un perché ben preciso.
Un team di ricercatori internazionali ha identificato una mutazione genetica dietro l’acrodermatite letale che si sta rivelando letale per questa razza canina. I cuccioli di Bull Terrier non crescono bene, hanno un sistema immunitario carente e sviluppano lesioni cutanee intorno alle zampe. Spesso muoiono prima del loro primo compleanno. I risultati di questa ricerca sono usciti giovedì sulla rivista ‘PLoS Genetics’. “L’acrodermatite letale è una genodermatosi con ereditarietà autosomica recessiva monogenica che si manifesta nei Bull Terrier e nelle loro sottospecie”, si legge nello studio. È una patologia autosomica, il che significa che può verificarsi su qualsiasi cromosoma (non solo su quelli che determinano il sesso) ed è recessiva, nel senso che occorrono due copie affinché la malattia si manifesti.
Bull Terrier, la scoperta non è da sottovalutare
“Circa il 70 percento dei disturbi genetici nei cani sono autosomici recessivi”, spiega Carol Beuchat, direttrice scientifica dell’Istituto di biologia canina. Se tutti quelli che portano una mutazione subiscono gli effetti negativi associati, saranno meno propensi alla riproduzione e la mutazione non si diffonderà molto nel pool genico. Ma i geni recessivi possono proliferare più pervasivamente, perché i portatori con una copia possono condurre vite perfettamente sane ed avere molti figli, alcuni dei quali porteranno anche il gene recessivo alla propria prole. C’entra molto, in senso negativo, anche la riproduzione tra individui consanguinei. Una cosa che, come noto, può portare a grossi problemi anche nel caso degli umani. “Se tu avessi figli con tuo cugino – spiega la Beuchat – avresti una possibilità molto più alta di prole con due copie dello stesso gene mutato perché condividi così tanto dello stesso DNA. Questo è l’intero principio alla base della consanguineità. Se prendi una piccola popolazione di animali strettamente imparentati e li allevi insieme, finisci per accumulare mutazioni recessive.
Se due fratelli hanno figli insieme, avranno un coefficiente di consanguineità del 25%. Ciò significa che i loro figli sono omozigoti (hanno due copie dello stesso gene) per il 25% del loro DNA. Circa la metà di tutte le razze canine ha un coefficiente di consanguineità superiore al 25%. E tra le razze con i valori più alti figurano proprio i Bull Terrier, al secondo posto con un dato che si attesta al 60%. Generazione dopo generazione questo problema si è aggravato. Quindi non dovrebbe essere una sorpresa che questa razza abbia accumulato qualche inconveniente genetico lungo la strada. I Bull Terrier sono anche soggetti a problemi respiratori, malattie cardiache e renali, sordità e problemi al ginocchio.
Preservare la razza è sbagliato
I cani di razza sono tutti consanguinei. Devono avere genitori registrati come purosangue ed entrambi di razza pura, e così via e così via fino all’era vittoriana. In Inghilterra si è venuta a creare, a partire da 150 anni fa ed in maniera del tutto inconsapevole, un pool genetico limitato, allo scopo di tenere Bull Terrier il più puri possibili. Molte tattiche moderne per garantire una buona salute canina ruotano intorno a test genetici e registri progettati per identificare quali cani sono sani e quali no. L’obiettivo: allevare solo quelli sani. Ma, come riconosce Jerry Klein, Chief Veterinary Officer dell’American Kennel Club, non è sempre così facile. “Mettere insieme solo due cani non displastici potrebbe generare una razza di cani senza displasia. Ma potremmo portare qualcos’altro nell’equazione”. Certo, tutti noi vogliamo i cani senza displasia dell’anca.
Ma se allevi solo i cani con i fianchi buoni allo scopo di non incorrere in questo problema, stai anche riducendo di molto il loro pool genetico. Puoi eliminare completamente la displasia dell’anca, ma dal momento che stai prendendo il pool genetico finito di una razza numericamente limitata, la renderai ancora più esigua. Probabilmente finirai con il dare adito ad altri disturbi genetici nelle future generazioni. “È davvero difficile sbarazzarsi dell’ultima copia di una mutazione recessiva”, afferma la Beuchat. “L’obiettivo non deve essere quello di eliminare il gene dal pool genico. Devi rendere le mutazioni rare”.
L’esempio del Lundehund Norvegese
In altre parole, gli strumenti che identificano ed eliminano le mutazioni genetiche stanno effettivamente facendo l’opposto di ciò che devono fare. Stanno riducendo il pool genetico quando dovrebbero allargarlo. I Bull Terrier hanno già un coefficiente di consanguineità del 60%, il che significa che le mutazioni recessive si sono già accumulate. Non spariranno magicamente, e sicuramente non scompariranno senza veder aumentate altre malattie per prendere il loro posto. L’unica soluzione è fermare la consanguineità. Il Bull Terrier finirà per estinguersi man mano che la consanguineità aumenterà. Per salvare la razza, devi renderla impura. Non ci sono molti allevatori che vogliono farlo, però. Il Lundehund Norvegese è quasi del tutto estinto perché è stato mantenuto intatto e perché lo sforzo per salvarlo da incroci con altre varietà di cani comprende solo una manciata di allevatori. La maggior parte dei proprietari di Lundehund si rifiuta categoricamente di permettere ai loro cani di accoppiarsi con qualsiasi cosa eccetto un altro Lundehund. È la stessa storia con molte altre razze.
A.P.