Bufera sulla Ferragni, esplode il dibattito e la denuncia da parte dell’associazione animalista per l’utilizzo di capi realizzati con la pelliccia di volpe
Un tema che sta facendo discutere poiché riguarda un personaggio posto in continuazione sotto i riflettori: Chiara Ferragni. La nota influencer italiana ha creato un forte dibattito per l’uso frequente di capi realizzati con la pelliccia della volpe. Questo infatti, è solo l’ennesimo caso dell’utilizzo delle pelli di animali che hanno coinvolto anche i coccodrilli, uccisi sgozzati. Una vicenda che ha fatto indignare l’Associazione Animali Difesa Animali ed Ambiente che ha esposto una denuncia nei suoi confronti. Costoro insieme agli amanti dei quattro zampe si sono schierati contro le scelte della blogger, esprimendo tutta la loro disapprovazione.
Il testo della denuncia parla chiaro: “Chiara Ferragni non ha nessun tipo di considerazione verso la sofferenza degli animali e la consideriamo direttamente responsabile del loro decesso, poiché con la sua visibilità ha reso i suoi capi famosi. I soldi che terminano nelle tasche della Ferragni sono macchiati con il sangue di animali del tutto innocenti, sfruttati per la sua promozione. Bisogna boicottare, in modo pacifico, le attività di questa persona.” Parole dure, di protesta e di opposizione nei confronti delle sue bizzarre scelte.
Il metodo di uccisione delle volpi è molto cruento. I cuccioli non appena hanno finito lo svezzamento, vengono strappati alla madre e chiuse in piccole gabbie dove attendono il loro turno per essere uccisi. Inoltre, i metodi di sterminio si suddividono in due categorie, o da piccoli vengono ammassati in camere a gas ed uccisi con le esalazioni dei gas tossici, oppure immediatamente massacrati e macellati per consentire la separazione della pelliccia ancora a sangue caldo. La sola speranza per questi poveri cuccioli è quella di morire senza avvertire maggiore dolore.
Una vita piena di sofferenza e di crudeltà al solo scopo di trarre beneficio da una loro parte del corpo. Una vera brutalità, compiuta in nome della visibilità e del denaro. Tale atto malvagio non è l’unica volta in cui viene compiuto, poiché in passato ha scatenato polemiche per la promozione di scarpe e di cinture di coccodrillo, uccisi anch’essi in modo brutale.
Un caso che fa discutere e speriamo faccia anche riflettere la protagonista di questa triste vicenda.
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B.F.
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