Bracconieri mettono trappole per i lupi
Dopo il caso registrato in Sardegna, di un cane vittima del laccio dei bracconieri, emerge un nuovo episodio a Sommarica del Bosco nella provincia di Cuneo in Piemonte.
La denuncia arriva dal CABS, l’associazione protezionista specializzata in antibracconaggio dopo la diffusione della fotografia della trappola dentata che ha ferito un cane.
Una grossa trappola pericolosa che avrebbe potuto ferire gravemente anche un uomo.
Secondo il Cabs, la trappola poteva essere destinata ai cinghiali, anche se, le dimensioni portano all’idea che sia stata collocata per intrappolare i lupi.
“Il notevole diametro della trappola e la presenza di denti metallici pur non escludendo la possibilità che la preda prescelta potesse essere un ungulato, induce a pensare che tra le mire del bracconiere vi era un lupo. Va però sottolineato come un marchingegno di tal genere poteva arrecare un considerevole danno all’uomo”, scrive il Cabs in una nota.
L’ipotesi avanzata dal Cabs, scaturisce dalla presenza, più volte segnalata, di un lupo tra Sommariva del Bosco e Ceresole d’Alba.
Purtroppo, nella trappola è finito un cane padronale, rimasto gravemente ferito.
“Il bracconaggio è molto diffuso in tutta Italia”, ricorda il Cabs, invitando “i cittadini di Sommariva del Bosco a segnalare eventuali indizi alle forze dell’ordine affinché possa essere denunciato il responsabile di un atto che, oltre al povero cane rimasto bloccato, poteva gravemente ferire una persona”.
Un fenomeno diffuso che colpisce diverse specie di animali e volatili appartenenti anche a specie protette o a rischio estinzioni. A Vanzago, nell’Oasi del WWf e riserva naturale della Regione Lombardia è stata uccisa a colpi di fucile una femmina di capriolo.
“L’esemplare è stato ucciso con un fucile a pallettone evidentemente con puntatore laser e munito di silenziatore”, viene precisato. Il povero animale non è morto subito. Per questo i bracconieri non sono riusciti a recuperarlo. Il cadavere dell’animale è stato invece ritrovato da un runner che percorreva un sentiero nell’area protetta.
“Il capriolo che è patrimonio indisponibile dello Stato è stato ucciso in area protetta, in periodo di silenzio venatorio e con arma non consentita. Inoltre, è preoccupante anche dal punto di vista dell’ordine pubblico, che lungo il perimetro della riserva naturale e nelle vicinanze dei centri urbani si aggirino liberamente persone con armi rappresentando un pericolo anche per la popolazione residente”, ha commentato il direttore del “Bosco Wwf di Vanzago”, Andrea Longo.
C.D.
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