“Erano da poco passate le 17 quando all’altezza del cimitero di Paterno ho visto una ragazza soccorrere un cane, un bracco tedesco di circa due anni con un collare militare al collo. Mi ha spiegato che era stato investito da una macchina bianca, forse un Suv, il cui conducente è fuggito immediatamente”, lo racconta una ragazza su Facebook, spiegando che l’episodio, l’ennesimo atto brutale nei confronti di un povero cane, è avvenuto nella Marsica e che il cane è stato poi portato dal veterinario ad Avezzano.
A causa però della prima vertebra fratturata, di un’anemia fortissima e di un avanzato stato di malnutrizione, il povero animale è morto. La ragazza prosegue nella sua denuncia: “Non voglio credere che chiunque abbia visto aggirarsi quell’esserino in questo stato si sia voltato, preferisco credere, invece, che sia scappato tra i monti a qualche imprudente (per usare un eufemismo) cacciatore. Anche se poco ci credo”.
Quindi aggiunge: “Una cosa la so per certo: nulla di tutto ciò riesce a sconfessare la crudeltà e la malvagità umana. Continuo ad avere i brividi. Vi mostro la foto con la speranza che qualcuno possa aver visto”. La testimonianza di chi ha provato a salvare il povero bracco dopo l’investimento provoca sicuramente rabbia e indignazione, perché troppo spesso ormai si assiste inermi a episodi del genere e in Marsica non è sicuramente la prima volta che accade.
Come se non bastassero gli investimenti, qualche mese fa, nel bosco secolare di Scodanibbio, nel comune di Castel di Sangro, al confine tra Abruzzo e Molise, dove i monti di Atleta sono rinomati per l’abbondanza dei tartufi, si è verificata una vera e propria strage di cani: in totale si contano ben 19 esemplari intossicati, tra i quali ben nove cani sono morti per avvelenamento.
A questo va aggiunto che spesso, quando i volontari denunciano maltrattamenti di qualsiasi tipo nei confronti di animali, si vedono anche recapitare minacce di morte. E’ successo nei giorni scorsi a Angela Aguì, responsabile del Movimento animalista per la provincia di Reggio Calabria, la quale ha preso anche parte a un presidio contro la violenza sugli animali.
Il sit-in era stato convocato dopo quanto accaduto a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, dove Vittoria, una setter di 2 anni circa è stato ritrovato in una pozza di sangue, le zampe posteriori, la pancia, i capezzoli, totalmente consumati dallo strisciare sull’asfalto.
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