In questo momento così delicato anche per il nostro ecosistema un aiuto è più che prezioso: lo stesso concesso dal Botswana all’Angola in relazione agli elefanti. Un contributo davvero grandioso.
Un momento storico dove, in termini d’aiuto, siamo tutti coinvolti. Anche indossando una semplice mascherina possiamo dare il nostro piccolo contributo e salvare chi ci sta intorno. Il mondo, tutto, non ha mai avuto bisogno d’aiuto, di tutti, come in questo preciso momento storico. Azionarci nel fare qualcosa di veramente “grande” è un obbligo morale e societario, se non sociale.
Anche con i nostri amici a quattro zampe la questione non cambia. Con la pandemia da coronavirus in corso, molti sono rimasti per strada o orfani del loro padrone o della loro padrona. Anche in questo caso la prima parola che risuona nel cuore e nella mente è: aiuto. Aiutare senza spettarsi nulla in cambio, o solamente il grande amore che gli animali possono dare.
Un mondo in crisi anche sotto il punto di vista dell’ecosistema. Ma per fortuna, anche in continenti fuori dal nostro, molti Governi sono disposti ad aiutarsi per rimettere tutto in equilibrio. Perché la natura, in sé, umana e animale, ha bisogno di un grande equilibrio per andare avanti, altrimenti si sfalda, per sempre. Protagonisti della parola principe di questo articolo sono i Governi del Botswana e dell’Angola. Il primo aiuterà il secondo in materia di elefanti, molto popolari nel continente che accoglie ogni tipo di natura: l’Africa.
Gli elefanti migrano: Botswana e Angola stringono un patto da amici
Un patto da amici. Potremmo chiamarlo così quel processo che vede due Stati, confinanti tra loro, che collaborano affinché tutto torni in equilibro. Nemmeno legge, ma patto amichevole, perché seppur con una legge che non ancora esiste in materia, esiste la voglia di collaborare per donare qualcosa di diverso alla natura circostante e rimetter le cose al loro posto.
Più che di cose, quest’oggi parliamo di elefanti. Dopo la guerra civile, iniziata nel 1975 e finita solo nel 2002, l’Angola ha vissuto un momento di perenne risveglio. Quasi trent’anni di guerra, con varie interruzioni, è qualcosa di cruento e dannoso per tutti, anche per gli animali. Prima della guerra questo Stato africano contava più di 100.000 elefanti, oggi ne conta solo 10.000.
Per questo motivo, il Botswana, Stato confinante che aveva già affrontata un problema con i suoi elefanti, ha deciso di intervenire a favore del reinserimento di questi pachidermi in terra angolana. Lo Stato poc’anzi citato ne contiene circa 135.000, quasi la metà di tutto il continente. Per questo motivo, pian piano, gli elefanti cominceranno la loro migrazione in Angola. Sull’argomento, preso in considerazione dalla ministra dell’Ambiente del Botswana, Philda Kereng, è voluto intervenire Mark Chase, fondatore e direttore dell’organizzazione Elefanti Senza Frontiere: “È un atto di grande coraggio e umanità. Sono sicuro che, con i giusti tempi e le giuste misure, l’Angola tornerà a vedere questi bellissimi esemplari nella propria terra. Dobbiamo solo avere pazienza e accompagna l’evento”.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE QUESTO ARTICOLO: Finisce la prigionia: dopo lunghi anni nel circo gli elefanti asiatici sono liberi