Aggiornata la Lista rossa del report 2022 dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN): biodiversità a rischio e aumento delle specie in via di estinzione o in pericolo.
Gli esperti italiani dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (o secondo l’acronimo IUCN) hanno da poco diffuso la Lista Rossa degli animali in pericolo. Rispetto all’ultima rilevazione effettuata nel 2013, il report IUCN del 2022 mostra un considerevole aggravamento della situazione. Secondo i dati riportati, infatti, la biodiversità è a rischio; come riconoscono gli esperti è necessario «intervenire per conservare le specie prima che siano troppo prossime all’estinzione». L’estinzione locale è infatti un fenomeno irreversibile, che, una volta verificatosi, potrà essere difficilmente mitigato solo a fronte di «costosi interventi di reintroduzione [n. d. r. delle specie animali scomparse] dagli esiti, spesso, incerti». A fronte di questa situazione, è necessaria l’applicazione di un approccio proattivo che consenta di approntare iniziative di conservazione tempestive.
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Nel report si legge che per applicare un approccio proattivo che possa portare a iniziative di conservazione, uno strumento di fondamentale importanza è proprio la Lista Rossa Nazionale IUCN. La Lista consente infatti di «rivelare le dinamiche di popolazioni con sufficiente precisione e indicare le priorità di intervento per la tutela del patrimonio naturale italiano». In Italia il 21% del territorio tra Parchi Naturali, Aree Protette e Riserve naturali, risulta tutelato: esistono, infatti, 24 Parchi Nazionali, alcuni di rilevanza mondiale, 32 Aree Marine protette e una vasta rete di siti tutelati a livello regionale e locale.
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La ricca diversità di specie animali e vegetali presente in Italia, è soggetta però a minacce concrete dovute all’attività umana. Nonostante il nostro paese presenti, infatti, una fauna tra le più ricche dell’Europa, in Italia le attività umane costituiscono un serio e concreto pericolo per la biodiversità. Se da un lato l’abbandono delle aree rurali in favore delle città ha determinato la positiva rinaturalizzazione di alcuni ambienti, dall’altro il consumo di risorse naturali da parte della popolazione nelle città è cresciuto, allo stesso modo dell’intensificazione dell’agricoltura che ha portato a una riduzione o eliminazione degli spazi naturali nelle aree coltivate, riducendone l’idoneità per la fauna selvatica.
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Secondo il report IUCN 2022, ad essere in pericolo sono alcune specie di vertebrati marini e di uccelli, passati dalla classificazione “DD” (Carente di Dati) alla valutazione “CR” (“In Pericolo Critico”). Circa il 30% delle specie di vertebrati in Italia è in stato di vulnerabilità o a rischio di estinzione. Tra le 700 specie di vertebrati terrestri e d’acqua dolce considerate presenti in Italia, 105 sono in pericolo o in pericolo critico. Tra le specie marine italiana in pericolo critico ci sono animali che non erano stati censiti nel report precedente, come lo Squalo volpe occhiogrosso, la Trota mediterranea, lo Squalo Mako, ma anche specie più monitorate come l’Anguilla. Particolarmente critica la situazione di pesci di acqua dolce come la Savetta, il Carpione del Garda e il Temolo adriatico. Per quanto riguarda la fauna terrestre, L’Orso bruno e l’Orso bruno marsicano restano in pericolo di estinzione. La situazione migliora invece per le popolazioni italiane di Lupo, Lontra e Gatto Selvatico, che nel report precedente erano a rischio. In serio pericolo di estinzione sono il Mignattino comune (uccello marino che nidifica sempre più raramente in alcune zone della pianura padana); l’Orecchione sardo (un piccolo pipistrello endemico della Sardegna); i volatili come il Voltolino e la Schiribilla; le Trote; il Falco Pescatore e il Gipeto (avvoltoio barbuto, reintrodotto nel Parco Naturale del Gran Paradiso alla fine degli anni Ottanta e che è oggi presente con tre coppie di esemplari all’interno del Parco).
(di Elisabetta Guglielmi)
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