Il bassotto venne legato con un nastro isolante e gettato via dentro un fosso: ora a pagare è un uomo con precedenti penali alle spalle.
Fino a quando dovremmo sopportare la cattiveria dell’essere umano? Non c’è risposta, soltanto perché alcune “porche” vicende di vita quotidiana si succedono ogni giorno, in ogni angolo della Terra. Se solo fossimo più educati fin da bambini al rispetto verso la vita altrui certi tipi di notizie non dovremmo proprio darle e forse ci ritroveremmo a fare anche un altri tipo d’informazione.
Ma si sa: chi pensa queste cose viene etichettato come visionario, utopistico, che vive in un mondo tutto suo. E l’altro mondo, invece, sporco di letame come la vicenda che andremo a illustrare a breve, è davvero un mondo che possiamo accettare solo perché fa girare dei soldi? Su questo punto dovremmo schierarci, una volta per tutte, e capire dove vogliamo andare a finire, come umanità intera.
Un discorso che funge da apripista alla storia di oggi, davvero cruda, infame e pregna di cattiveria allo stato puto. Una storia che per fortuna si è rivelata a lieto fine dopo tantissime ore di dolore e sofferenza. La stessa che ha provato il bassotto gettato, con tanto di nastro isolante intorno a diverse parti del corpo, in un fosso.
Un atto di violenza inaudito. E quando c’è di mezzo l’essere umano a farne le spese sono anche i nostri amici a quattro zampe. Com’è successo a un cane che, inizialmente chiamato con il nome Jimmy (perché sconosciuto ai molti), è stato legato con un nastro isolante e poi gettato in un fosso per 12 ore, al freddo e al gelo.
Per raccontate questa storia dobbiamo, sia spostarci di posizione geografica, andando negli States, esattamente nello Stato del Missouri, sia di qualche anno, esattamente nel 2019, prima che scoppiasse la pandemia da coronavirus. Un bassotto si aggirava dalle parti di un uomo, con dei precedenti penali, che stava montando degli altoparlanti.
Da qui inizia la triste e cruda storia: l’uomo, Paul Garcia di Barnhart, nota il bassotto che si aggira dalle sue parti. In realtà l’animale si è solo perso. Ma quest’ultimo, per crisi passate o sensi di colpa, pensa che possa essere utilizzato per spiarlo mentre compie le sue azioni. Non ci pensa due volte: lo prende, lo lega con un nastro isolante e lo getta in un fosso lontano dal posto dove stava lavorando.
Solo 12 ore dopo, lo sceriffo di zona, riesce a ritrovare il cane scomparso, del quale avevano dato l’allarme già in famiglia. Il bassotto viene ritrovato in fin di vita, dopo aver trascorso 12 ore al freddo e al gelo, senza nemmeno potersi muovere. Lo stesso sceriffo dichiarò: “Era affamato, aveva così freddo da poter morire in un istante e anche una commozione cerebrale”.
Ora, l’uomo (se così possiamo definirlo), dopo una sentenza che si espressa in maniera definitiva, è stato condannato al carcere con una cauzione di 50.000 dollari. Una condanna per maltrattamento sugli animali e azione criminale armata. Il cane, che poi si è scoperto chiamarsi Flick dopo le parole pronunciate dalla sua padrona, è tornato in grande spolvero e ora conduce una vita tranquilla, lontano dalle cattiverie che un solo essere umano può sprigionare in pochi istanti.
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