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Bambino di 13 anni percorre diversi chilometri per salvare il suo cagnolino

Spesso si danno per scontati molti gesti che restano per lo più ignoti alla grande massa. Eppure, ogni giorno, c’è chi nell’umiltà più assoluta e nell’indifferenza continua a prodigarsi per gli altri, lottando contro i mulini al vento. Quello conta, non è tanto l’immagine, né la spettacolarizzazione di un’azione, a differenza della moda odierna che a suon di “selfie” impone il protagonismo e di conseguenza porta gli individui ad un pensiero unico, egoico ed individualistico. In altre zone del paese, c’è chi ancora lotta per un pezzo di pane e fatica ogni giorno a mangiare. Realtà parallele, disincronie storiche. Valori che cambiano con la prospettiva di tradizioni diverse attraverso i quali trovare le fondamenta di alcuni principi e sentimenti universali. Tra questi, sicuramente al primo posto troviamo l’amore. Un motore comune a tutte le culture, scandito in tutte le lingue.

E’ quello che ha spinto sicuramente un bambino di 13 anni, di Delft, una delle province più povere in Sud Africa. Un bambino che nonostante le condizioni di vita precarie, per cui a fatica riesce a mangiare una volta al giorno, ha trovato la forza e il coraggio di percorrere diversi chilometri a piedi per salvare un suo cucciolo.

Come raccontano i volontari di un’associazione animalista di Cape Town, Tin Can Town, il bambino era al corrente che ogni domenica, alcuni volontari fornivano assistenza agli animali per strada, aiutando le fasce più povere, fornendo trattamenti, farmaci, sterilizzazioni e alimenti gratuiti.

La cucciola, chiamata Nanuk è stata trasferita presso una clinica dove è stato accertato che aveva contratto il parovirus, un virus che può essere letale per i cuccioli che attacca l’intestino, provocando perdita di appetito, diarrea, vomito e perdita di peso.

Nanuk è stata subito sottoposta a diversi trattamenti e a delle flebo per nutrirla. Le sue condizioni erano gravi ma nonostante ciò i volontari hanno fino alla fine sperato nel suo recupero.

“Se non ci fossero stati miglioramenti nelle 24 ore successive, i veterinari l’avrebbero soppressa per porre fine alle sue sofferenze”, prosegue la volontaria, spiegando quanto le ore successive al ricovero di Nanuk fossero importanti per la sua piccola vita: “Abbiamo iniziato a fare i turni per starle accanto nel suo letto ospedaliero, l’abbiamo incoraggiata, le abbiamo detto di combattere perché c’era una bella vita che l’attendeva”.

Per poterla aiutare anche da un punto di vista psicologico e distrarla, le volontarie hanno deciso di portare vicino a Nanuk tre cuccioli di gatto che a differenza die cani non possono contrarre il parvovirus.

Solo dopo sei giorni, la piccola Nanuk ha ripreso a mangiare senza vomitare. Una reazione che ha fatto capire ai volontari e ai veterinari che Nanuk era ormai fuori pericolo. Adesso, la cucciola è ancora in una fase di recupero e ha preso a giocare con i gatti che l’hanno aiutata durante il periodo più critico della sua malattia.

Per la sua adozione, la Tin can town ha lanciato un appello sui social, raccontando la bellissima storia di Nanuk e di un bambino coraggioso che ha voluto salvarla a tutti i costi.

 

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