Caccia dei delfini nella Baia di Taiji in Giappone
Come ogni anno torna il drammatico appuntamento con la strage dei delfini nella baia di Taiji, nella prefettura di Wakayama, in Giappone con l’apertura a settembre della stagione venatoria che si protrae per sei mesi fino a febbraio dell’anno successivo.
La baia di Taiji è diventata famosa grazie al film del premio Oscar 2009 “The Cove”. La produzione del film ha infatti utilizzato telecamere nascoste per denunciare i metodi crudeli e barbari utilizzati dai cacciatori.
Infatti, le imbarcazioni dei pescatori al largo intercettano il passaggio di famiglie di delfini. Con l’ausilio di reti trascinano gli esemplari nella baia per dar vita alla mattanza. I delfini vengono selezionati sia per il mercato della carne che da destinare ai parchi acquatici.
Sul posto ogni anno si presentano gli attivisti della Ric O’BArry Dolphin project. Quest’anno in occasione dell’apertura della caccia è stata organizzata una marcia di protesta con 3000 mila attivisti locali.
Secondo quanto riportato dai media locali, ben 12 barche hanno preso il largo il giorno dell’apertura della stagione.
II delfino è una specie sociale che vive in branco di famiglie composte da una quindicina di esemplari. Famiglie intere che vengono distrutte. Molti esemplari non sopravvivono da soli senza il branco in natura e si lasciano morire. Quelli catturati vengono uccisi davanti agli occhi degli altri membri del nucleo.
Ric O’Barry che osserva ogni anno il destino di questi animali ha segnalato che ben quattro delfino appartenenti alla specie Risso sono stati catturati e uccisi nella prima giornata.
La caccia al delfino è un tema molto discusso. Sono crollate sia le richieste del settore alimentare che quelle dell’intrattenimento. Ben 135 delfini sono stati infatti catturati e venduti ai parchi marini e acquatici.
Le organizzazioni internazionali hanno anche valutato e proposto che la località nota per il passaggio dei delfini fosse trasformata in un centro internazionale di ricerca sui delfini.
Ogni anno le autorità preposte emettono delle quote sul numero di esemplari da catturare in base alle loro specie.
“Ci sono 251 delfini di Risso come quota stagionale. Dobbiamo continuare a dare loro voce”, denunciano gli attivisti, invitando i cittadini ad aderire alla campagna promossa dal Dolphin project: Save Japan dolphins.
Sul posto è presente anche Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd, che ha ricordato che le leggi sul benessere degli animali non si sono applicate alle specie marine.
“La vera ragione è che il Giappone vieta l’ingresso di chi si oppone al massacro di Taiji. Il governo sta spendendo molto per questo”.
Una posizione delle autorità che ricorda quella della Danimarca che nel corso degli anni ha anche impegnato la marina militare per contenere gli attivisti alle Isole Faroe.
Prime catture
Attivisti in marcia
C.D.
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