Un video riprende l’avvistamento di una foca monaca nel Salento, esattamente nella marina protetta Porto Cesareo: mancava da 50 anni.
Siamo sempre attratti, come esseri umani, da alcuni avvistamenti di specie che non si pongono più dinanzi ai nostri occhi da diversi anni. Quando tornano a noi l’incredulità si impossessa dello spazio e del tempo. Non possiamo fare altro che meravigliarci davanti a tanta bellezza.
I miglior avvistamenti, e sembra quasi scontarlo scriverlo, sono quelli che appaiono in campo animale. Come detto poc’anzi, tante specie, quasi dal nulla, scompaiono per sempre dalla nostra vita. Ma non è mai un “nulla”: dietro a certe sparizioni ci sono diversi fattori che occupano il campo del cambiamento, quasi sempre climatico.
Poi però, a volte, se si compie un buon lavoro e si riadatta l’ambiente a un clima favorevole, “qualcuno” ritorna. E quest’oggi, questo “fantomatico qualcuno” è una foca monaca. Avvistata a largo delle acque della marina protetta Porto Cesareo, nel Salento. L’esemplare mancava da tantissimi anni.
Viva i ritorni. Quelli belli, inaspettati, ma, a volte, anche preparati. Parliamo dell’avvistamento da parte di un pescatore diportista di una foca monaca nelle acque della marina protetta Porto Cesareo, nel Salento. Un esemplare che mancava da ben 50 anni e che poche ore fa è tornato a “salutare” mostrandosi in tutta la sua bellezza.
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Come detto poc’anzi, ad avvistarla è stato un pescatore che si trovava nella riserva, un luogo che segue delle regole rigide per il rispetto dell’ambiente stesso. L’uomo ha subito chiamato i biologi dell’area marina che hanno esaminato le immagini del video e hanno attestato che si trattava di un esemplare di foca marina.
A parlare, per primo, è stato Paolo D’Ambrosio, il direttore della riserva marina: “Un ritorno importantissimo. Atteso ormai da tanti anni, 50 per la precisione. Abbiamo preparato l’ambiente per il suo ritorno e dopo tanto tempo siamo stati ripagati. Dobbiamo renderci conto che nelle ultime ore è successo qualcosa di veramente grande”.
Non solo lui. Qualche ora dopo è intervenuto anche Andrea Terlizzi. Il docente, di Zoologia e Biologia marina presso l’Università di Trieste, lo definito “un avvistamento di fondamentale importanza”. Per 20 anni è stato anche docente di presto il Disteba di UniSalento, oltre che responsabile di diversi progetti, per conto del Conisma, riguardante la gestione e la valorizzazione dell’efficacia dell’Amp Porto Cesareo.
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Quest’ultimo, poi, ha voluto aggiungere giusto un’altra dichiarazione, ma precisa e fondamentale: “È davvero importante, nel caso la si dovesse avvistare di nuovo, non disturbarla, infastidirla o molestarla in alcun modo. Bisogna solo segnalare la sua presenza“.
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