Un antidoto davvero particolare quello utilizzato dalla veterinaria Sarah Kanther per salvare Tipsy, un gatto nero che aveva ingerito liquido antigelo. Al micione infatti è stata somministrata della vodka. E’ accaduto nella clinica per animali di Wacol, ad ovest di Brisbane, in Australia, e per quanto particolare l’antidoto si è rivelato senza dubbio molto efficace.
Era in fin di vita vicino ad un negozio di Lowood, il povero Tipsy quando è stato soccorso. Così, il micio è stato poi portato in clinica veterinaria e visitato dalla dottoressa Kanther. Grazie alla sua esperienza, la veterinaria si è resa subito conto che Tipsy aveva ingerito del liquido antigelo, non è chiaro se nel tentativo di qualcuno di avvelenarlo.
Fatto sta che l’antidoto contro l’antigelo è l’alcol etilico, non presente in quel momento all’interno della clinica veterinaria. Al contrario, nella struttura era invece presente una bottiglia di vodka. Un po’ del superalcolico è stato così diluito e somministrato al gatto, che si è praticamente ripreso nel giro di pochi minuti. Sarah Kanther ha chiarito in alcune interviste di aver dovuto agire in fretta. Tipsy infatti era in immediato pericolo di vita.
La veterinaria spiega indirettamente che Tipsy deve la sua vita al ‘vizietto’ di un’infermiera: “Per fortuna una delle nostre infermiere aveva in un armadietto questa bottiglia di vodka, così siamo riusciti a darla in tempo al micio e a salvargli la vita”. Il micio soffriva anche di un blocco renale acuto, ma adesso sta rapidamente guarendo e cerca una famiglia che si occupi di lui.
Bevono da un pozzetto: il dramma di alcuni cani
Non si ferma, intanto, nel nostro Paese, l’assurda e triste pratica di avvelenare cani, utilizzando i più diversi stratagemmi, come quello di ‘inquinare’ l’acqua dei pozzi in campagna. Così, domenica scorsa, alcuni cacciatori erano a passeggio coi loro cani a Cesa, nel casertano, in località Zona Arena. Secondo quanto si apprende, alcuni cani si sono introdotti in un terreno privato, dove vi era un piccolo bacino di acqua. Nello specifico, si trattava di un “pozzetto” artificiale di circa 15 centimetri di profondità.
Il bilancio è gravissimo: un cane è morto, un altro animale è grave, ed altri 3 cani presentano sintomi da avvelenamento. I cacciatori allertavano il sindaco che a sua volta chiamava in causa i Carabinieri della locale Stazione ed i volontari del Corpo degli Osservatori Ambientali. Veniva quindi identificato il proprietario del fondo, denunciato a piede libero.
Tipsy salvato dalla vodka
GM