Orrore in provincia di Sassari dove ad Alghero, in località Mamuntanas, prima della fine dell’anno, sono rinvenuti tre cani, uccisi per avvelenamento e poi finiti a colpi di fucile.
I tre cani meticci, tra i quattro e i cinque anni sono stati trovati lo scorso 26 dicembre da un cittadino che li ha visti tutti e tre a terra, disposti l’uno accanto all’altro, in fila, cosparsi di vermi e mosche. Una scena raccapricciante per cui il testimone ha immediatamente segnalato il caso alle autorità. Sul posto sono intervenute i veterinari della Asl che hanno denunciato il caso alla Procura di Sassari che ha avviato un’indagine e disposto l’autopsia sui poveri esemplari per accertare le cause del decesso.
A distanza di una settimana dai fatti, l’autopsia ha confermato la prima ipotesi formulata da Andrea Sarria, dirigente dal Servizio di Igiene degli alimenti e delle produzioni zootecniche dell’Asl di Sassari, accorso sul posto dopo la segnalazione, per cui i cani sono stati avvelenati e poi giustiziati a colpi di fucile.
Purtroppo, nella zona, casi di questo tipo sono all’ordine del giorno e con molte probabilità anche la morte di questi esemplari resterà senza un responsabile.
Sul caso è intervenuta anche l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) che ha lanciato una taglia da 10mila euro a chiunque sarà in grado di fornire indicazioni mirate all’individuazione dei colpevoli.
La stessa nota associazione animalista, in un post di denuncia, ha ricordato che i cani sono stati individuati in un luogo fra l’azienda agricola di proprietà della Regione, sequestrata nei giorni scorsi, e l’area artigianale di Ungias e Galanté. Infatti, la regione avrebbe denunciato che i terreni erano stati occupati abusivamente dai pastori e allevatori locali ai quali vengono contestati i reati che vanno dall’invasione di terreni ed edifici al pascolo abusivo fino all’introduzione e abbandono di animali nel fondo altrui con l’intento di farli pascolare.
Ecco perché, conclude la stessa Aidaa “non viene escluso che la strage possa essere collegata ai conflitti fra allevatori che occupavano abusivamente i terreni del Demanio regionale”.
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