Nuovo appello disperato delle volontarie di Mazara del Vallo in Sicilia, afflitte da una situazione imbarazzante e di emergenza continua. Lo scorso 19 novembre, le volontarie che si occupano dei randagi sul territorio, hanno ritrovato una meticcia morta avvelenata. La povera cagnolina aveva partorito da poco e si spostava per trovare del cibo ai suoi dodici cuccioli.
Un segno d’inciviltà, indifferenza e intolleranza nei riguardi di esseri indifesi che dovrebbero essere tutelati e protetti. La mancanza di rispetto per gli animali si rivela una piaga in alcune regioni dove la cultura contadina e arcaica è ancora molto forte. Territori dove la vita di un animale non ha valore. Maltrattati, abbandonati, torturati, investiti e gettati nella spazzatura: i cani sono le prima vittime di una condizione di malessere sociale che si riversa su di loro.
Il nuovo caso, con il quale una persona senza scrupoli ha eliminato la dolce randagia che cercava di alimentare i suoi cuccioli, riporta i riflettori sulle condizioni in cui operano i volontari, lasciati soli, quotidianamente dalle istituzioni: “Un gesto infame, compiuto da un essere schifoso che non è degno di stare al mondo, ma merita di morire fra le peggiori sofferenze”, commentano i volontari, rivolgendo un appello ai residenti locali, “mazaresi a che punto siete arrivati, vergognatevi”.
“Non c’è mai fine alla crudeltà. Sindaco dove sei?Non diceva che nella sua città non ci sono randagi e che voi tutti amate gli animali. Sindaco si adoperi affinché questo sterminio abbia fine”, hanno poi aggiunto i volontari chiedendo aiuto e sostegno delle istituzioni, ribadendo che al “sud la situazione è diventata insostenibile, completamente fuori controllo”: “Non si fa a tempo a salvare una povera anima che nel frattempo tante altre muoiono, avvelenati, schiacciati dalle macchine, di malattia, intere cucciolate buttate dentro ai sacchetti della spazzatura vicino ai cassonetti o peggio, nelle campagne, dove nessuno potrà mai trovarli”, concludono gli animalisti esasperati dall’ignoranza che regna al Sud e dall’indifferenza di chi dovrebbe controllare il territorio dove dietro un angolo qualsiasi è frequente trovare il corpo di un cane morto.
Adesso i cuccioli necessitano di cure, di cibo, di uno stallo o di un’adozione. La priorità è evitare che finiscano avvelenati o dietro le sbarre di un canile. Ecco perché i volontari di “Pelosi nel cuore” hanno diramato un appello per salvare i cuccioli e far giare la loro storia, sperando che qualcuno per una volta non resti indifferente.
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