Aveva paura delle persone, vagava per le strade con una corda al collo e una brutta infezione

Aveva paura delle persone, vagava per le strade con una corda al collo e una brutta infezione

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Una storia un po’ simile alla vicenda di Palla, la cagnolina salvata in Sardegna che ci ha tenuto per mesi con il fiato sospeso, all’inizio di quest’anno. In questo caso, si tratta di un randagio trovato a fine ottobre scorso, vagante per le strade in condizioni disperate. Un piccolo angelo chiamato Delavar (Coraggioso), vittima di persone senza scrupoli che lo hanno legato con una corda stretta al collo. Probabilmente, in un ultimo tentativo per continuare a vivere, Delavar è riuscito a scappare, cercando un modo per salvarsi. Ma quella violenza subita è rimasta impressa nel suo corpo, così come quella corda stretta che aveva lacerato la sua pelle e ha provocato un’infezione che poteva essere letale. Il cane è stato recuperato da un gruppo di volontari che operano in Iran, nella Regione di Gilan, la Sezar’s Sanctuary for Dogs. Il cane vagava da diverse settimane per le strade nell’indifferenza di tutti. Nessuno ha fatto un gesto per salvarlo.

Fortunatamente per Delavar, i volontari, pazientemente hanno cercato di avvicinarlo e dopo una serie di appostamenti e tentativi di approccio, sono riusciti a recuperarlo ma tutta l’operazione non è stata facile, come documenta il filmato condiviso dal rifugio. Infatti, il cane scappava continuamente, tentava di nascondersi, di rifugiarsi in degli angoli bui e quando un volontario ha cercato di prenderlo, evidentemente spaventato ha cercato di difendersi e di morderlo. Immagini strazianti di un animale ferito, che nonostante tutto cerca aiuto, ma a paura di fidarsi ancora dell’uomo.

Il cane è stato subito portato da un veterinario e sono state accertate delle ferite profonde al collo con una brutta infezione: l’animale è stato operato e adesso è sotto trattamento, seguito ogni giorno dai volontari che lo proteggono. Dagli aggiornamenti condivisi sulla pagina facebook del santuario, le sue condizioni a distanza di un mese sono migliorate. Il decorso è molto lento. Infatti, il povero Delavar continuava a lamentarsi e a temere le persone che ancora a distanza di un mese non lasciava avvicinare, come documentato dai video e lasciando intuire che sia stato vittima di atroci torture e violenze. In un filmato condiviso a fine novembre, si può vedere Delavar che riesce a mangiare da solo, ma ancora non accetta le persone, anche se ha lanciato qualche segnale di gratitudine, scodinzolando.

Un trauma psicologico che sarà difficile da superare ma i volontari non perdono la speranza di vedere un giorno Delavar felice. Piano piano, imparerà a capire che c’è chi non gli vuole fare del male.

Guarda i video del ritrovamento di Dalavar e degli aggiornamenti a distanza di un mese…

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