E’ stata svolta l’autopsia sul corpo del povero Ghisby, il gatto che due settimane fa era stato ritrovato in condizioni gravissime a Pian Camuno, in provincia di Brescia, dopo essere stato scuoiato vivo ed aver subito numerose altre lesioni di vario tipo, tra le quali la parziale amputazione della coda. La padrona di Ghisby era corsa di urgenza alla più vicina clinica veterinaria una volta trovato il suo micio all’uscita da lavoro, poco dopo l’ora di pranzo. Per il povero gatto però non c’è stato niente da fare, e la cosa più brutta è che è stata la donna stessa a dare l’assenso per sopprimerlo, perché era troppo grande il dolore fisico che l’animale provava.
Ed ora i risultati dell’esame autoptico svoltosi all’istituto zooprofilattico di Brescia confermano tutto: Ghisby è stato fatto per davvero oggetto di indicibili torture. Non sono emerse ferite compatibili con il contatto violento con un veicolo, per cui a fare tutto questo al felino sono state delle persone che hanno agito ovviamente in maniera volontaria e consapevole. Ghisby è stato anche trafitto da una lama. La sua proprietaria tra l’altro è presidente dell’associazione ‘Il Rifugio di Domi’ oltre che attivista dell’ENPA, e questo fa pensare che possa essersi trattato di un atto dimostrativo nei confronti della donna.
Tra l’altro non sarebbe la prima ritorsione che questa persona subisce. Terribile il ritrovamento di Ghisby, del quale erano ben visibili gli organi interni con un lago di sangue tutto intorno a lui. E adesso è caccia ai responsabili, con ENPA ed IALP Italia che hanno subito sporto denuncia contro ignoti per maltrattamento ed uccisione di animali, aggravata dalla crudeltà. Anche il sindaco di Pian Camuno, Giorgio Ramazzini, ha detto la sua, condannando in un comunicato stampa gli autori di tale efferatezza ed esprimendo solidarietà e vicinanza alla proprietaria di Ghisby
“In relazione all’episodio del gatto brutalmente seviziato intendiamo esprimere ferma ed inequivocabile condanna di ogni forma di maltrattamento e atrocità sugli animali – scrive il sindaco, che non possono trovare giustificazione alcuna – afferma il comunicato, in cui ci si augura che i responsabili possano essere assicurati alla giustizia e puniti con la più severa delle pene possibile. Il Comune si costituirà parte civile nell’eventuale processo.