Aumentano le baby gang che commettono reati sugli animali

Aumentano le baby gang che commettono reati sugli animali

Escalation di violenza sugli animali tra i giovani

Reati contro gli animali, torturati e uccisi dopo atroci sofferenze. Un fenomeno all’ordine del giorno e in aumento soprattutto tra le fasce più giovani. Uno scenario drammatico denunciato dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) alla luce di una serie di casi che si sono verificati a distanza di poche settimane gli uni dagli altri.

“Boscoreale, Napoli, Manduria, Sant’Antimo, Mascalucia, questi sono i nomi delle località dove nei primi giorni di questo mese di Maggio hanno operato baby gang commettendo reati a danno di animali spesso torturandoli ed uccidendoli”. Scrive l’associazione, sottolineando che si tratta di “baby gang composte spesso da ragazzini con meno di 15 anni ed in alcuni casi in età compresa tra gli 11 ed i 13 anni (e quindi non punibili) e si sono rese responsabili di atti criminali contro gli animali”:

A Boscoreale, un gruppo di ragazzini ha ucciso a colpi di pastola diversi gatti e piccioni. Mentre, a Manduria, ha fatto scandalo il caso di un gruppi di ragazzi che hanno bruciato la casa di un uomo lasciando morire vivi i suoi tre cani che si trovavano in casa.

A Mascalucia in provincia di Catania all’interno di un cimitero, alcuni adolescenti hanno decapitato dei gattini strappando la testa a mani nude ai gattini vivi.

“Ho visto un gruppo di ragazzini di massimo 15 anni che strappavano la testa di un gatto tirandolo con una corda”, ha denunciato un testimone che ha chiamato i carabinieri.

Stesso scenario a Sant’Antimo dove dei ragazzi hanno legato e lasciato morire di fame doversi cani. Infine, ricorda Aidaa “a Napoli hanno ucciso gatti forse per fare allenamento all’uso delle armi da fuoco”.

Lorenzo Croce, presidente di Aidaa, definisce queste vicende “un vero e proprio bollettino di guerra delle attività criminose contro gli animali delle baby gang” denunciando che questi casi, “spesso passano quasi inosservati e soprattutto restano impuniti, sia per la paura di denunciare di chi vede, ma anche perché molti degli autori di questi crimini sono non punibili in quanto di età inferiore ai 14 anni”.

Croce evidenzia che sarebbe necessario “oltre ad un percorso scolastico adeguato, abbassare il limite di punibilità per questi tipi di reati particolarmente violenti e odiosi dagli attuali 14 a 13 anni con la certezza della pena allargata ai ragazzini colpevoli di simili orrori”.

 

 

C.D.

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