Negli ultimi tempi, sono aumentati i casi di abusi sessuali sugli animali, nella maggiore parte su cani e cavalli. Un fenomeno agghiacciante che spesso termina addirittura con l’uccisione dell’animale.
La zooerastia rientra come una perversione sessuale che si perpetra da migliaia di anni. Non a caso, viene ricordato come questa patologia sia stato in antichità una pratica in parte “naturale” come emerge dalle rappresentazioni delle figure mitologiche come il minotauro. In alcuni contesti, si tratta di una tradizione legata a condizioni estreme in cui era difficile avere un rapporto sessuale con un altro essere umano, come per i commercianti di dromedari o i pastori che restano mesi in compagnia degli animali. Elementi che nella psichiatria non vengono considerati “patologici” ma bensì legati a tradizioni o anche a rituali di passaggio nella pubertà in alcune culture.
Ultimamente questo fenomeno ha assunto una forma diversa e deviata, arrivando ad una vera e propria patologia che si basa su fantasie erotiche con animali, legate alla sofferenza e all’umiliazione. Si tratta di un comportamento compulsivo dal quale scaturiscono gravi disturbi psicologici nell’individuo.
Non a caso, in un’interessante intervista rilasciata dal neuropsichiatria Antonio Fenelli a cura di Anna Ditta per la rivista online tpi, lo stesso Fenelli ammette come qualsiasi elemento arcaico della zoorestia oggigiorno è in realtà diventato una deviazione e una vera e propria patologia.
Il neuropsichiatria ha ricordato che quando i sistemi motivazionali presenti nel patrimonio genetico quali l’attaccamento, la dominazione e la sottomissione e la sessualità si mischiano, l’uomo è capace di fare le cose può orrende come le violenze e la crudeltà di chi conquista un territorio.
Oltre a questo elemento, che lega la dominazione alla sottomissione sovrapponendole alla sfera sessuale, gli individui soggetti a questa deviazione sono persone che tendenzialmente hanno subito una qualche forma di umiliazione. Fenelli ritiene che a questo si aggiunge oggigiorno un problema culturale legato alla ricerca di emozioni estreme: “Rapporti sessuali fuori dalle abitudini e dal contesto sociale che servono a raggiungere un livello emotivo particolarmente intenso. Alcune persone traggono piacere sessuale dal brivido delle emozioni forti”, sottolinea il neuropsichiatra, ribadendo che la patologia emerge quando si palesa la violenza nell’atto sessuale con gli animali.
Si tratta di dinamiche difficili da accettare eppure in molti paesi come delineato dal quotidiano tedesco zeta-verein.de in una mappa la zoofilia viene tollerata come in Germania dove ci sarebbero addirittura delle case chiuse dove vengono prostituiti gli animali oppure Ungheria e Finlandia che tuttavia vietano la vendita di pornografia con scene di zooerastia. Infine, pare che il Brasile sia più tollerata come in alcuni stati negli Stati Uniti quali Sud Dakota, Wyoming e Texas. Fino al 2015, la zooerastia era tollerata in Danimarca purché l’animale rimanesse illeso. Oggi, è vietata anche se nel paese è consentita la vendita di materiale pornografico sulla zooerastia. Mentre nessuna legge vieta questi rapporti sessuali in Messico, Giappone, Cambogia e Russia.
In Europa la zooerastia è vietata in Italia, Spagna, Francia e Belgio, mentre Regno Unito, Svizzera, Norvegia e Paesi Bassi hanno normative molto più rigide che vietano rapporti sessuali con animali, così come la vendita e la detenzione di materiale con rappresentazioni di zooerastia.
Da un punto di vista psichiatrico la zooerestia diventa patologica in caso di violenza sull’animale. Si tratta in ogni caso di una patologia che può essere curata soprattutto basando le terapie sui sistemi motivazionali. Negli ultimi anni, rassicura il neuropsichiatria “sono stati fatti dei grandi balzi in avanti”.