Con la stagione calda torna il drammatico fenomeno degli incendi che devastano intere aree naturali, nella maggior parte dei casi si tratta di incendi di origine dolosa. Come emerso a fine giugno, in Sicilia, Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi aveva segnalato la terrificante tradizione dei locali di provocare gli incendi dando fuoco agli animali, che terrorizzati, scappano e contribuiscono ad incendiare i boschi.
A distanza di una decina di giorni, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) segnala che tra le regioni più colpite la Puglia, la Sardegna e più in generale il mezzogiorno d’Italia, sono aumentati i casi in cui vengono utilizzati gli animali usati come torce viventi per appiccare questi incendi.
Tra gli esemplari condannati ad una morta atroce, vi sono soprattutto cani, gatti e topo che vengono cosparsi di benzina e lanciati vivi tra le sterpaglie.
Secondo i dati riferiti da Aidaa, rispetto al 2015, quest’anno gli ettari bruciati sono aumentati del 39% %. Considerando che nel 2015 gli animali segnalati ed usati per questo scopo erano circa 4mila, l’Aidaa esprime il proprio timore riguardo ai numeri che molto probabilmente nel 2016 supereranno le cifre dello scorso anno.