Dopo esser rimasto solo, l’asino Kye ha trovato una sua dimensione ed ora crede di essere un cane.
E’ una storia molto tenera quella di un piccolo asinello che, dopo esser rimasto da solo, ha dovuto adattarsi alle condizioni ed al contesto in cui si è trovato. La mamma dell’asino Kye non lo ha voluto con sĂ© ed il piccolo avrebbe avuto tutt’altro destino se non fosse stato aiutato da alcuni umani. Un uomo e una donna infatti hanno cercato di rendere migliore la vita del piccolo abbandonato, dandogli l’amore, l’affetto ed anche le basi per una crescita piĂ¹ naturale possibile. Essere rifiutati e allontanati dalla propria madre significa non poter essere nutrito come sarebbe necessario e, di conseguenza, la crescita non è sempre garantita. Questo asinello ce la sta mettendo tutta e, grazie ai suoi proprietari, è riuscito ad adattarsi anche senza l’aiuto di suo madre al punto di sentirsi un cane.
Rifiutato dalla madre, l’asino Kye si comporta come i cani
La storia del piccolo asinello rifiutato dalla madre arriva dal Regno Unito, esattamente dal Lincolshire. Il cucciolo aveva soltanto tre mesi quando sua madre non la ho piĂ¹ riconosciuto e lo ha abbandonato. Da solo non avrebbe mai potuto farcela e così, il suo proprietario John Nuttall ha lavorato con tutte le forze affinchĂ© non gli mancasse nulla.
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Grazie al supporto di Grazina Pervenis, una vicina di casa esperta conoscitrice di cani, i due si sono presi cura del piccolo abbandonato. L’asinello è cresciuto accerchiato da cani e ne ha assunto diversi comportamenti: gioca con la palla, passeggia insieme all’uomo e risponde ai fischi. Quando gli animali sono lasciati liberi, John richiama i suoi cagnoloni fischiando e, a quel richiamo risponde anche l’asino. Quando è stato rifiutato da sua madre, il piccolo era della stessa taglia dei cani: rimetterlo insieme agli asini sarebbe stato troppo rischioso.
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Così il piccolo usciva di giorno e rientrava in casa di sera proprio come i suoi amici a quattro zampe. Per evitare che disperdesse le sue feci in casa, John ha acquistato i pannoloni e l’asinello è così potuto crescere in serenitĂ . Da qualche settimane, ora che è piĂ¹ grande, è stato trasferito nel recinto insieme ai suoi simili ma chissĂ se dimenticherĂ mai di esser stato un cane.
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