Un vero e proprio dramma quello che si è abbattuto sul mondo degli asini: il business sovrasta, di gran lunga, la tutela della specie. Gli animalisti insorgono e chiedono delle misure per contenere questo fenomeno che danneggia gli animali e l’ambiente.
Un mondo che guarda solo alla potenza del denaro, è un mondo destinato a sparire. Purtroppo tutto ciò non corrisponde a una vena di pessimismo o di rassegnazione, ma rispecchia un aspetto, anzi un problema, molto reale. Se si compie tutto in funzione del denaro si è visto, a più riprese, come si perde il controllo. Denaro (per come lo conosciamo) e Natura non vanno per nulla a braccetto. E prima o poi la seconda si riprenderà tutto quello che l’è stato tolto. Un altro fenomeno contro-natura è quello che vede la vendita di asini dall’Africa alla Cina, più esattamente dal Kenya alla nazione asiatica. Un vero e proprio dramma, alimentato nuovamente dalla crisi dovuta alla pandemia da coronavirus.
Anche se alcune cose accadono dall’altra parte del mondo, e sembrano non interessarci affatto, ci toccano da vicino. Perché un giorno tutto ciò che di male vediamo lontano da noi potrebbe arrivare vicino la nostra casa. E a quel punto non si può più dire: “Non lo sapevamo”. Lo sapevamo e come!
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Un altro dramma che sta colpendo il mondo animale è quello della vendita di asini dal Kenya alla Cina. Nella nazione asiatica il numero di asini nel corso degli ultimi 10 anni è crollato di getto. Purtroppo questa specie è molto rinomata e apprezzata per l’alimentazione e altri aspetti culinari di “contorno”.
E dove andare a prelevare se non in un posto povero? Questo è il vero dramma. Il potente di turno, in questo caso la Cina, che si fa gioco dei più deboli, i kenioti, e compra tutto quello che c’è da comprare, per poi sfruttarlo in malo modo. Gli asini, così, sono in forte calo anche in Kenya, che piano piano si svuota di questo esemplare.
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Tutto questo rende un grave danno anche all’ambiente, con un trasporto illegale senza precedenti. In più, il governo keniota, per contrastare la crisi della pandemia ha revocato il divieto di macellazione che era stato introdotto proprio nel 2020. Ancora una volta, questo dramma c’insegna come l’essere umano, per uscire dalla grandi crisi, non ha il senso della misura, ma solo quello del business. A cosa andremo incontro se continuiamo ad avere solamente un pensiero che fa di conto?
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