Sdegno nella contea di Cherokee nei pressi della città di Atlanta negli Stati Uniti dove un agente della sezione cinofila, Daniel Peabody, da 16 anni nel corpo della polizia, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso il proprio collega e compagno a 4 zampe di nome Inka, un pastore belga di 4 anni.
Secondo il racconto dei media, l’esemplare è morto nella macchina di servizio, dopo essere stato lasciato in auto per diverse ore sotto al sole. L’agente dopo essersi ricordato dall’animale, avrebbe però tentato di rianimarlo, fino a perdere i sensi, finendo in ospedale.
Tuttavia, considerando la morte sospetta di un altro cane affidato all’agente, il dipartimento ha avviato delle indagini e lo stesso agente è crollato agli interrogatori, ammettendo la sua responsabilità, confessando di aver provocato anche la morte di altri compagni a 4 zampe a lui affidati. Nelle rivelazioni shock, Peabody ha dichiarato di aver ucciso nel 2012 un esemplare di nome Dale, un labrador del dipartimento della polizia. All’epoca l’agente aveva riferito che il cane era morto per soffocamento a causa di un giocattolo e nessuno dubitò della sua dichiarazione.
Tuttavia, le ammissioni di Peabody hanno fatto scattare delle perquisizioni nell’abitazione dell’uomo e nel giardino sono rinvenute le ossa di un terzo animale. Inizialmente, gli agenti pensarono che appartenessero a Dale ma le analisi di laboratorio hanno fatto emergere che si trattasse di un altro cane, forse la nonna di Inka, che risulta essere stata uccisa con diversi proiettili. Mentre la polizia sta ora cercando i resti del labrador ucciso nel 2012, è stato scoperto che la stessa moglie di Peabody svolgesse un’attività illegali di addestramento dei cani.
Dal canto suo, Peabody che si è dimesso è stato denunciato per crudeltà aggravata nei confronti degli animali e falsa testimonianza. Il caso ha ovviamente sollevato una riflessione sul tema della tutela dei cani della polizia, il cui costo di addestramento è molto elevato.