L’importante appello di Oipa: “Non regalate gli animali per Natale”

L’importante appello di Oipa: “Non regalate gli animali per Natale”

Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) lancia l’appello contro gli animali regalati per Natale. Molti vanno a finire per la strada.

Oipa Animali Natale
Un intervento delle guardi zoofile Oipa per salvare gli animali dalle tratte illegali (Fonte Facebook)

Si avvicina il periodo natalizio. Dunque (anche se molti non sono d’accordo) anche quello dei regali di Natale. Lo scenario è molto più complesso di un semplice “non tutti sono d’accordo”. Molte persone hanno perso il senso del “dono”. Qualcosa che valga veramente la pena regalare. Qualcosa che colpisca l’altro per averlo prima colpito nel proprio essere. Insomma: il dono, che sia anche un oggetto, come un qualcosa che abbia una carica simbolica molto elevata.

Questo dovrebbe essere il senso più alto del Natale. Come dicevamo poc’anzi, invece, alcuni donni non stanno né in cielo né in terra. Non tanto perché sono sbagliati da regalare (qui nessuno è giudice di qualcun altro), tanto perché in essi c’è qualcosa che non va nel momento dell’acquisto stesso. E quando parliamo di acquisto, di compere e via dicendo, stiamo parlando proprio del mondo animale.

Da qualche anno a questa parte impazza la moda di regalare un cane o un gatto per Natale. Anzitutto, prima di fare un regalo simile ci si dovrebbe documentare sulla famiglia stessa alla quale si fa il regalo. Non tutti sono ben disposti ad accettare un dono simile. In più, cosa ancora molto importante, bisogna capire cosa c’è dietro alla tratta che alcuni animali compiono per arrivare nel luogo che si dovrebbe chiamare “casa”.

Per Natale niente animali in regalo: Oipa “svela” delle carte fondamentali

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Un intervento dei volontari Oipa per salvare gli animali (Fonte Facebook)

Basti pensare e partire da un concetto. Un animale regalato a Natale, specialmente un cane (che è il quattro zampe più gettonato), può diventare un randagio dopo pochi mesi: esattamente a Ferragosto, quando tutti siamo (o meglio eravamo) in partenza per le vacanze estive. Già questo ci dovrebbe indurre a riflettere su cosa comporta regalare un animale a Natale.

Secondo punto: un animale non è un oggetto. Detta così può sembrare una frase senza senso o di senso fine a se stesso. Un oggetto si può anche buttare, se magari è rotto o in pessime condizioni. Un animale, se si ammala o ha bisogno di cure, no! È un altro essere vivente che merita rispetto, senza se e senza ma. Prima di fare un regalo parlarsi tra le famiglie. Anche perché ci sembra davvero strano che qualcuno si prenda la briga di regalare un animale, magari a un nipotino o una nipotina, senza essersi consultato con la famiglia dei bambini in questione.

Due punti evidenziati anche e soprattutto dall’appello di Opia, che prosegue nella sua sana e giusta informazione sullo stop agli acquisti di animali come regali per Natale. Il terzo punto è la tratta. Spiegato in modo esemplare dalla stessa organizzazione internazionale per la protezione sugli animali: “L’acquisto di un cucciolo di razza alimenta anche un mercato nero nella cui origine vi è una filiera fatta di maltrattamenti e crudeltà”. Ad aprire questo appello è Massimo Comparotto, presidente Oipa sul versante Italia.

Quest’ultimo continua nel suo appello: “Tanti animali vengono chiusi nelle gabbie, portati da un estremo all’altro dell’Europa. Un processo che continua perché continua la richiesta di animali di razza da regalare a Natale, soprattutto a qualche bambino. Se davvero siamo sicuri di poter regalare un animale a qualcuno che conosciamo, rechiamoci al canile più vicino alla nostra casa. Lì troveremo la giusta risposta a questo dono da fare”.

Parole forti, che non lasciano alcuna seconda o terza interpretazione. L’appello è chiaro, soprattutto per porre la parola fine su un mercato nero, il quale che si alimenta soltanto per la male informazione e la non educazione ricevuta nel corso del tempo. Parole nuove, pensiero nuovo e una nuova educazione. Una triade perfetta per tornare a essere liberi, tutti quanti assieme.

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