Api e tecnologia: arriva la nuova app “BeeWild”. Servirà per censire la distribuzione e la sopravvivenza di questi importanti animali.
Siamo abituati sia a criticarla, che ad osannarla. Parliamo della tecnologia. O meglio: dei vari strumenti tecnologici che, anno dopo anno, apportano delle significative modifiche al nostro stile di vita. A volte, come detto poc’anzi, ci rende più “felici”, altre ci insinua il dubbio, altre volte ancora, invece, ci lascia scontenti. Ma l’avanzamento tecnologico non è una questione che attanaglia soltanto la specie umana. Anzi: molto spesso sta entrando, a 360°, anche nel “regno animale”.
Da pochi giorni è iniziata a circolare la voce, diventata poi un vero e proprio metodo di approccio alla questione odierna, di un’importante app da scaricare sul proprio smartphone, la quale va ad apportare importanti modifiche nel mondo delle api. L’applicazione da cellulare in questione si chiama: “BeeWild” e avrà come compito, assieme all’attenta collaborazione umana, quello di censire la distribuzione e la sopravvivenza delle api selvatiche da miele in Europa.
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Ormai da anni si parla di come il nostro (quello dell’essere umano per intenderci) prosieguo come specie su questa terra sia direttamente proporzionato a quello delle api, per diversi fattori che ogni giorno vengono sempre più studiati e approfonditi. Quale metodo, se non quello di mettere insieme sopravvivenza e tecnologica, potrebbe risultare utile in questi ultimi tempi?
L’app “BeeWild”, che tradotto in italiano vuole dire “ApiSelvatiche”, contiene una guida per riconoscere queste api e, di conseguenza, può consentire a tutti i cittadini di segnalarne la posizione e inviare anche qualche fotografia per rendere il tutto più ricco di dati. Pacchetto che viene poi gestito da un team di esperti, pronti ad intervenire con la collaborazione di tutti quanti noi.
A sviluppare questa importante applicazione è stata la Fem (Fondazione Edmund Mach). Ad oggi è presente in lingua inglese e italiana, ma nel breve periodo la si vorrà ampliare in tante altre lingue del continente europeo, per renderla accessibile a più persone contemporaneamente.
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I dati che verranno raccolti da questo “nuovo contenitore tecnologico” serviranno per capire l’attuale distribuzione di questa fondamentale specie allo stato selvatico. Un concetto ribadito a gran voce dalla stessa Fem che ci tiene a sottolineare anche il grosso spavento passato in questi anni: “Da alcuni decenni si riteneva che questa specie si fosse quasi estinta e che le uniche api da miele in Europa fossero quelle allevate dagli apicoltori”.
Salvaguardia di una specie animale a contatto con la tecnologia. Il miglior modo per osservare cosa può funzionare o meno, rimane sempre quello di sperimentare nuovi progetti puntando al progresso collettivo e mai al proprio tornaconto personale. Le api ringraziano, la specie umana pure.
Davide Garritano
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