Joanne Cacciatore, professoressa di assistenza sociale, studia come curare il dolore delle persone con gli animali
Non sempre la vita va come la programmiamo e adattarci ai cambiamenti, spesso, non ci risulta così semplice. Ci chiudiamo in noi stessi, incapaci di comunicare con chiunque.
Pretendendo che abbiamo la soluzione per i nostri stati d’animo ci viene chiesto in continuazione come stiamo, senza mettere in conto, che forse, la risposta a questa domanda non è alla nostra portata.
Rivolgerci a qualcuno, per farci aiutare nello sconfiggere il peso che sentiamo alla bocca dello stomaco, potrebbe sembrarci una forma di debolezza.
Affrontare soprattutto gravi perdite, ci lascia nel convivere con dei vuoti dentro di noi, che spesso a parole non è semplice esprimere, e ognuno gestisce e scende a patti con il malessere a proprio modo.
Non c’è una giusta maniera, soprattutto valida per tutti, per affrontarlo. Quello che però, sembrerebbe un problema insormontabile, ha forse una semplice soluzione: i nostri amici animali.
Ed è proprio questo l’ambito di studio della professoressa di assistenza sociale, laureata in scienze e psicologia interdisciplinare e in assistenza sociale conseguite all’ASU, che sta cercando di esplorare per aiutare tutte le persone, che dopo aver subito un grave lutto, non riescono a convivere con questo.
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Joanne Cacciatore, nata in una famiglia di immigrati, si trasferisce a Phoenix in tenera età. Da subito il legame con gli animali è stato un punto centrale sin dalla sua giovane vita, infatti racconta di come a soli 7 anni, dopo aver visto un documentario sulla macellazione, abbia deciso di smettere di mangiare carne.
Dopo la morte della figlia nel 1994, ha vissuto un periodo buio nel quale combatteva una profonda crisi, senza sapere come affrontare il domani. Tornando a studiare ha appreso molto sul dolore, e di come non tutte le persone siano pronte ad esternare ciò che si cela nella propria anima ad alta voce.
Ha capito di come, magari, i suggerimenti che ci vengono propinati, come quello di distrarci con altre faccende, in realtà non sia un così buon consiglio dato che potrebbe ritardare il nostro processo interiore di elaborare la perdita.
Così nasce nel 1996, una fondazione, MISS, non a scopo di lucro, per aiutare le famiglie che avevano perso un figlio.
Durante il suo ritorno sui libri, dovuto alla passione per il suo lavoro e all’entusiasmo nell’approcciarsi con le comunità per aiutare le persone indipendentemente dalla loro provenienza, ha recepito come gli animali possano sollevarci il morale e di come possano lenire il dolore, non facendoci sentire giudicati.
Le persone che hanno aderito al suo percorso di “guarigione” hanno raccontato di come si sentissero a disagio con altri esseri umani, come amici, terapeuti o famigliari, che non capivano come potessero portarsi dentro, dopo tanto tempo, un dolore ancora così profondo, mentre con gli animali questo non accade.
Loro restano al nostro fianco, capendo i silenzi, e non abbandonandoci quando lo sconforto prende il sopravvento in una giornata no. Da qui la comprensione di come, la profonda unione che si crea tra animale e padrone, intensa, sincera e continua, giovi agli animi che piano piano si riavvicinano alla serenità.
La speranza di Joanne Cacciatore è quella di sensibilizzare le persone sul dolore, e di come questo vada accolto e sul come bisognerebbe lavorarci, per poter migliorare la nostra vita e quella degli altri, includendo anche il nostro modo di approcciarci con loro.
E continuando ad inseguire i suoi ideali nasce la Selah House Respite Center e Carefarm, una fattoria dove vengono curati gli animali e poi fatti incontrare con persone in lutto.
Il gruppo che lavora con lei, accoglie uomini e donne provenienti da ogni dove, dalla Cambogia al Ghana, che interagiscono con gli oltre 40 animali salvati, che come gli umani hanno vissuto esperienze traumatiche.
Queste fattorie di cura, sono molto diffuse in Europa, dove interagendo con la natura si guarisce la propria anima.
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Oprah Winfrey insieme al principe Harry, ha prodotto una docuserie disponibile su Apple TV+, dal titolo “The Me You Can’t See“, dove nell’episodio 4, Joanne Cacciatore condivide la sua conoscenza.
“È stato un vero onore essere presenti sia in “The Me You Can’t See“ sia nel far parte del comitato consultivo, con 13 stimati colleghi, per la docuserie” commenta Joanne.
E in merito al lavoro svolto: “Devo ammettere che vedere la Selah Carefarm e alcuni dei nostri clienti presenti
mi ha fatto venire le lacrime agli occhi” soddisfatta continua “Vedere la bellezza di tutto ciò sullo schermo è stato travolgente in un modo molto positivo. Dalla messa in onda, abbiamo ampliato la nostra portata per aiutare le famiglie in lutto di tutto il mondo“.
Insomma i nostri amici animali sono davvero il nostro salvavita.
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F.D.M
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