Blitz animalista all’allevamento Casa Boschi di lepri a Canossa dove, nella notte del 10 dicembre, sono stati liberati mille esemplari che vengono utilizzati anche per l’addestramento dei cani da caccia.
L’operazione è stata poi rivendicata con una lettere firmata dall’Alf, Animal Liberation Front e inviata alla redazione del Resto del Carlino. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri che dovranno accertare in primo luogo se la rivendicazione sia da attribuirsi all’Alf, sigla di rilievo nel regno animalista e in un secondo tempo risalire ai responsabili del blitz.
Nella missiva viene spiegato che le lepri sono state liberate perché la caccia è finita e per questo non sarebbero più state prede dei cacciatori: “Buona parte della selvaggina viene appositamente allevata per essere liberata poco prima di essere predata. Un doppio destino di violenza tocca a questi animali nel corso della loro breve vita”, sottolineano gli animalisti, aggiungendo che si tratta di una pratica che “crea scompensi e danni ambientali”.
“Al limite del bosco dove si affaccia la recinzione di Casa Boschi regnava un gran silenzio. Abbiamo tagliato una buona parte di recinzione esterna perché si aprisse un varco. Siamo entrati e abbiamo aperto le file di gabbie (circa un centinaio).Temevamo che la reclusione le avesse rese lente e confuse, ma la prontezza con sui si sono dirette nel bosco ci ha fatto capire che per tutto il tempo che sono state rinchiuse in piccole gabbie affollate hanno conservato zampe capaci di quel balzo lunghissimo verso la libertà”.
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