Il movimento “La loro voce – cani sciolti” è tornato in piazza con un blitz animalista contro l’uso delle pellicce e delle pelli, promosso a Milano, a margine della Vogue Fashion night. Gli attivisti hanno percorso le vie della moda protestando contro marchi come Moncler, Hermes e Gucci: armati di cartelli striscioni e fotografie esplicative e di denuncia sugli orrori e le torture che accadono negli allevamenti. Gli animalisti si sono fermati davanti ai negozi chiedendo ai brand di bandire le pellicce dalle loro collezioni.
Inoltre, hanno lanciato una lettera aperta agli stilisti ricordando loro “di schierarsi dalla parte degli animali e dell’ambiente e di fare una scelta etica”.
In base alle indagini, riportate da Quotidiano.net, emerge che per un articolo in pelle, come le scarpe, un imbottito in piuma d’oca oppure per un cappotto di pelliccia o una finitura in pelo vengono impiegati uno o più animali. Inoltre, si tratta di una produzione inquinante e solo in Italia si contano 1300 aziende di questo tipo.
Gli animalisti hanno ricordato che molte case di moda hanno aderito alla Fur Free Alliance dimostrando che ci sono delle alternative ai prodotti di origine animale, come ad esempio la stilista Stella McCartney.
Ancora oggi molti brand sono nel mirino di scandali. Di recente la casa di moda Hermes (clicca qui) è stata oggetto di un video denuncia, perché si riforniva di pelle di coccodrillo da allevamenti che maltrattavano e torturava i rettili.
“Chiediamo che la moda si rinnovi gli stilisti si rendano conto di quanto sia anacronistico macellare animali per il lusso e che con giuste strategie di marketing e di design del prodotto non perderebbero certo il loro mercato continuando a proporre status symbol ma senza crudeltà, i loro diktat di moda sarebbero poi seguiti anche da stilisti minori e produttori. I consumatori hanno poi la responsabilità di scegliere capi e accessori cruelty free e boicottare i tutto ciò che comporta la morte di esseri viventi”, ha detto un portavoce del movimento.