Animali terrorizzati dai fuochi di artificio: le ordinanze per vietare i botti a Capodanno

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By Elisabetta Guglielmi

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Le nuove ordinanze per vietare i botti a Capodanno: divieti in numerosi comuni italiani a favore della salute degli animali, terrorizzati dai fuochi di artificio.

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Esemplare di gatto tigrato spaventato e terrorizzato (Foto di Сергей Корчанов da Pixabay – amoreaquattrozampe.it)

La vigilia di Capodanno sta per arrivare. Come tutti gli anni la notte di San Silvestro sarà illuminata da colorati fuochi di artificio e resa assordante dalle milioni di botti che verranno sparati, il rumore dei quali spaventerà centinaia di migliaia di animali, sia domestici sia randagi sia appartenenti alla fauna selvatica. Sono già state predisposte diverse ordinanze finalizzate a ridurre il numero di botti e a tutelare la popolazione, l’ambiente e soprattutto gli animali; nuove e più restrittive norme devono però ancora essere approvate in tutto il territorio italiano.

No ai botti di Capodanno: le nuove ordinanze a favore degli animali richieste dall’ENPA

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Esemplare di pastore tedesco spaventato e terrorizzato (Foto di Brett Hondow da Pixabay – amoreaquattrozampe.it)

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La pericolosità dei botti e dei petardi è elevata per diversi motivi. Innanzitutto il rumore degli scoppi finisce per disorientare gli animali selvatici, che possono inoltre rimanere feriti e ustionati se un petardo esplode vicino a loro. Il rumore, in genere, spaventa enormemente i cani e i gatti domestici, per non parlare di quelli randagi. Gli effetti dei fuochi di artificio incidono anche sull’ambiente. Le prime ore dell’anno nuovo si contraddistinguono, poi, per picchi molto elevati di polveri sottili e di diossina.

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La notte di Capodanno e il primo giorno dell’anno, poi, gli ospedali si affollano di persone rimaste ferite dai fuochi di artificio. Per questi numerosi motivi sono di vitale importanza norme più rigide in tutto il territorio italiano per tutelare l’ambiente e gli esseri viventi. A chiedere che vengano emanate nuove ordinanze è stato l’Ente Nazionale Protezione Animali (noto con l’acronimo di ENPA), che si è rivolto all’Associazione dei Comuni italiani (o ANCI), e in particolare al presidente Antonio Decaro.

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Carla Rocchi, presidente nazionale dell’ENPA, ha infatti dichiarato che «scoppiare i botti è una pratica anacronistica che negli ultimi anni ha visto per fortuna una sensibilità crescente da parte di quei bravi sindaci che hanno emanato ordinanze di divieto. Ma non c’è ordinanza che possa rivelarsi davvero efficace in mancanza della consapevolezza e della responsabilità delle persone». Rocchi ha poi evidenziato la necessità di controlli affinché «le ordinanze non rimangano solo parole e intenti». Molti Comuni si sono organizzati per tempo. Ad esempio, il Comune toscano di Cecina e il Comune siciliano di Agrigento hanno stabilito il divieto, a far data dal 10 dicembre fino al 9 gennaio, di accensione e lancio degli articoli pirotecnici con effetto di scoppio a miccia o sfregamento (fuochi d’artificio, petardi, razzi e mortaretti); il Primo cittadino di Treviso, Marco Conte, ha comunicato il 13 dicembre l’intenzione di firmare nuovamente l’ordinanza anti-botti dal 30 dicembre al 6 gennaio sul proprio territorio. Allo stesso modo molti altri Comuni hanno già emanato diverse ordinanze. Tutti i cittadini, dal canto loro, dovrebbero evitare i pericolosi fuochi di artificio e botti, perché, come ricorda Carla Rocchi (presidente dell’ENPA) esistono innumerevoli «alternative valide ai fuochi d’artificio, più rispettose nei confronti di tutti gli animali, quali fontane luminose e droni adornati da led multicolori che, manovrati da terra con appositi software, compiono elaborate evoluzioni e formano figure colorate». (di Elisabetta Guglielmi)

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