Ancora oggi, alcune specie animali sono addestrate per lo spionaggio
Uno scenario alquanto sconcertante, delineato in un approfondimento di news.sky.com riguardo all’utilizzo di animali nei programmi militari di spionaggio.
Il contributo degli animali addestrati per la guerra risale all’antichità. Il cane corso ad esempio era un molosso utilizzato dai romani nelle battaglie per seminare il panico oppure per giustiziare i nemici gettati nelle fosse di cani affamati. Negli anni più recenti, nel corso della Prima e Seconda Guerra Mondiale, molte specie animali hanno rivestito un ruolo strategico per gli scopi militari,
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Non a caso, molti paesi hanno investito in sperimentazione per creare degli animali “superdotati”, come nei test nazisti.
Una pratica che, in realtà, è più che mai attuale, alla luce dei nuovi orizzonti in campo della genetica. In Cina è stato clonato un cane poliziotto per le sue straordinari doti olfattivi e alcuni laboratori hanno avviato una ricerca per creare una razza di cani, specifica per le forze dell’ordine, super muscolosa.
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Nella storia si sono registrati numerosi programmi militari che hanno coinvolto l’addestramento di alcune specie animali.
Negli Stati Uniti furono reclutati i mammiferi marini. La sede di addestramento della Marina Militare è a San Diego, in California. Il programma è stato applicato nella Guerra del Vietnam e nella più recente guerra in Iraq,
Non solo i delfini sono stati addestrati per cacciare le mine, ma anche per proteggere le forze contro i sommozzatori nemici e per recuperare gli oggetti in mare.
Stando a quanto riportò la CNN, nel 2011, un ex militare della marina ha cercato di mettere una mina su una nave militare. Ad ogni tentativo di approccio, interferivano un delfino o un leone marino.
“Nonostante tutti i miei sforzi di occultamento, ero un facile bersaglio per il delfino nel suo ambiente naturale”, ammise il militare.
Dal canto suo, la Marina Militare nega di aver mai usato i mammiferi marini per le missioni di attacco, in quanto stando alle fonti ufficiali, “non sono in grado di distinguere le forze amiche dai nemici”.
Nel primo ventennio del Novecento, molte specie di animali sono state usate nello spionaggio. Negli archivi britannici, emergono alcuni documenti risalenti al 1915, di attività di spionaggio nelle Fiandre. Due cani e un gatto furono avvistati mentre attraversavano ripetutamente le trincee e i britannici avevano espresso timore, ritenendo che si potesse trattare di cani usati dai tedeschi per lo spionaggio.
“Due cani e un gatto sono sospetti, dato che hanno l’abitudine di attraversare le nostre trincee di notte e sono stati presi provvedimenti per intrappolarli se possibile”, viene specificato nel rapporto che non specifica cosa sia accaduto agli animali. .
Negli anni ’60, la CIA aveva un programma che prevedeva l’uso di gattini modificati chirurgicamente per spiare il Cremlino e le ambasciate dell’Unione Sovietica. Secondo quanto riportato, al progetto collaborava un veterinario che impiantava un microfono nel condotto uditivo del gatto e un piccolo trasmettitore radio alla base del cranio. Sarebbero stati spesi circa 20milioni di dollari dall’intelligence americana. Il progetto fu poi abbandonato nel 1967 e solo nel 2001 venne alla luce. Tra i documenti declassificati, emerge la testimonianza dei ricercatori e i motivi per cui venne abbandonato il progetto perché complicato nella raccolta dei dati.
In epoca recente, quando è iniziata la crisi in Ucraina che ha portato all’annessione della Crimea alla Russia, dopo la perdita della base militare di Sebastopol, l’agenzia russa RIA Novosti ha riportato che la Marina russa aveva catturato i delfini da combattimento, specificando che “il programma per i delfini da combattimento nella città di Crimea di Sebastopoli sarà conservato e reindirizzato verso gli interessi della marina russa”.
Lo stesso ministero della difesa ucraino confermò alla CNN che l’Ucraina aveva un impianto per i delfini, senza specificare il programma al quale erano destinati.
Tra gli altri fatti più recenti, gli scoiattoli spia presi in custodia dalla polizia iraniana nel 2007. Lo stesso corriere.it all’epoca dei fatti, scrisse “Ciop travestiti da James Bond”, spiegando che i piccoli roditori erano equipaggiati di sensori e sarebbero stati usati dagli Stati Uniti per raccogliere informazioni top-secret sul Governo di Teheran. L’allora capo della polizia Esmaeil Ahmadi-Moqadam, confermo la notizia, dichiarando tuttavia di “non conoscere i dettali”. Le agenzie stampa iraniane scrissero invece che le forze di sicurezza “hanno fermato i scoiattoli prima che potessero agire e ciò è stato reso possibile dalla prontezza della nostra intelligence”.
Nel 2015, il gruppo islamista Hamas in Palestina annunciò di aver catturato un delfino spia israeliano. Secondo le indiscrezioni trapelate, il delfino era dotato di macchine fotografiche e altri dispositivi per lo spionaggio. Non ci sono documentazione fotografiche al riguardo. Anche se le autorità israeliana non commentarono, i palestinesi denunciarono che i militari israeliani lo avevano “trasformato in un assassino”.
Nessuno ha mai confermato l’ipotesi che i delfini siano stati usati per sferzare attacchi. Tuttavia, qualche anno primo, le autorità egiziani riferirono di attacchi di squali nel Mar Rosso, usati dai servizi di sicurezza israeliani,
C.D.
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