Cinghiali in autostrada A1 provocano incidente mortale
Non ci sono parole di fronte alla morte di una persona, tanto più quella di un giovane di 28 anni che ha perso la vita a causa di un incidente. L’impatto con un gruppo di cinghiali che si è verificato sull’autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo è stato fatale e ha coinvolto tre veicoli.
All’indomani dell’incidente, Autostrade per l’Italia ha ricostruito le cause dell’incidente, comunicando che “l’impianto di recinzione che delimita la proprietà autostradale è risultato integro e in corretto stato di efficienza e che il passaggio dei cinghiali è avvenuto tramite un varco creato dagli stessi al di sotto della rete. Da una prima ricostruzione sembrerebbe peraltro che la persona deceduta fosse a bordo di un veicolo sopraggiunto successivamente all’investimento dei cinghiali da parte delle altre due vetture”.
Il caso ha sollevato nuovamente molte polemiche tra chi sostiene la caccia ed è a favore dell’abbattimento selettivo e chi ricorda come determinate tragedie scaturiscono da una pessima gestione del territorio condotta per anni.
La Lega per l’Abolizione della Caccia (Lac) ha infatti diramato un comunicato, esprimendo “le più sentite condoglianze e vicinanza ai parenti della vittima e alle persone ferite da questo drammatico incidente”. Tuttavia, sottolinea Lac “vorremmo che l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi e i vertici della Coldiretti facessero altrettanto, evitando di speculare ancora una volta sul caso cinghiali dimenticando, come sempre, di citarne l’origine e di ammettere i clamorosi errori gestionali fatti finora: questa tragedia è la conseguenza di una pessima gestione della popolazione cinghiale che per decenni ha previsto solamente abbattimenti e nessuna prevenzione sia per danni che per incidenti stradali”.
Inoltre, ricorda la lega per l’abolizione della caccia, “si dimentica inoltre che sono state proprio le associazione venatorie ad importare i cinghiali dall’Est europeo di grosse dimensioni (possono arrivare ai 200 Kg) e molto più prolifici rispetto ai cinghiali autoctoni, tutto questo solo per incentivare l’attività venatoria e che, proprio a questi cacciatori, si vuole delegare una eradicazione che loro per primi, non vogliono”.
Nel comunicato viene anche sottolineato come “la pressione venatoria frammenta i branchi altrimenti stabili, e crea piccoli gruppi che si riproducono rapidamente occupando i territori appena liberati. Da anni ricorda anche la pratica dell’alimentazione artificiale di questi animali attuata perché continuino a rappresentare una occasione per sparare ovunque e tutto l’anno”.
Animali selvatici e pressione venatoria
Battute di caccia domenicali che, spiega Lac, “spingono i cinghiali (che proprio a causa degli abbattimenti paradossalmente crescono di numero) braccati da mute di cani a rifugiarsi vicino ai centri abitati e ad avvicinarsi a infrastrutture come le strade che normalmente eviterebbero”.
“Per questi motivi la Coldiretti e l’Assessore lombardo farebbero meglio a limitarsi ad esprimere le loro condoglianze sia per la persona deceduta nell’incidente avvenuto sull’Autostrada A1, sia per tutte le vittime degli incidenti di caccia in costante aumento, cercando di far ridurre al minimo queste tragedie invitando la chiusura dell’attività venatoria anche ai cinghiali (oltre promuovere azioni per far risarcire tutti i danni provocati dai cinghiali proprio alle associazioni venatorie che hanno importato gli animali dall’estero)”. Conclude Lac.
In molti paesi sono applicate diverse strategie per contenere la sovrappopolazione di alcune specie selvatiche più infestanti. Tra le quali la sterilizzazione. Ma non solo. In prossimità di luoghi di transito di animali selvatici sono stati realizzati dei veri e propri cavalcavia.
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C.D.
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