Chiude allevamento visoni. Vittoria per gli animalisti
Esultano le associazioni animaliste alla notizia della chiusura dell’allevamento di visoni a Fossoli, in provincia di Modena. Per anni le organizzazioni si erano battute, denunciando le condizioni in cui gli animali erano allevati e uccisi in camere a gas.
Un orrore che si consumava soprattutto nella stagione invernale, quanto il “prodotto” era per così dire più richiesto.
“Siamo stati per ore vicini a quegli animali, costretti in minuscole gabbie di rete metallica e destinati a una morte orribile, e la notizia della chiusura di questa struttura ci rende enormemente felici”, comunica Essere Animali in una nota pubblicata sul proprio sito. Specificando che le motivazioni “confermate dallo stesso allevatore, sono da collegarsi alla crisi globale del settore della pellicceria e alle difficoltà ad allevare una specie alloctona come i visoni, per il potenziale rischio ambientale in caso di fughe o liberazioni di animali”.
Timore da parte degli allevatori ma anche una crisi del settore che si riflette anche nelle tendenze dell’alta moda. Ormai anche le più grandi firme, in ultimo lo stilista Jean Paul Gautier hanno bandito le pellicce dalle proprie collezioni. La tendenza free-fur sembra ormai irreversibile e le stesse pellicce appartengono ad un passato barbaro e arcaico.
Anche Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani onlus, ha tenuto a commentare la chiusura dell’allevamento, dichiarando in una nota “dopo 60 anni chiude un luogo di sofferenza e di morte. A Fossoli i visoni venivano uccisi, proprio in questo periodo dell’anno, in camere a gas. Gli animali attendevano il giorno della loro uccisione nelle piccole gabbie degli allevamenti, prima di diventare indumento”.
“Un giorno di libertà”, aggiunge Caporale, ricordando come “per anni abbiamo denunciato le condizioni inaccettabili di detenzione di animali feriti e morti all’interno di gabbie. L’industria della pelliccia deve ascoltare la crescente sensibilità degli italiani e chiudere questi luoghi di sofferenza”.
Lo stesso presidente di Animalisti Italiani ha poi evidenziato che ancora “oggi, tra Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Abruzzo, sono presenti una ventina di allevamenti di visoni nei quali sono imprigionati oltre 200mila creature innocenti: qui, questi esseri viventi trovano una morte lenta e dolorosa con il monossido o il biossido di carbonio”.
Il mercato delle pellicce è un settore in crisi che registra ogni anno un calo, passando da un fatturato di 1,6 miliardi di euro nel 2011 a 1,2 miliardi. Animalisti italiani ha anche ricordato l’ultimo Rapporto Eurispes è emerso che l’86,3% dei cittadini vuole il superamento degli allevamenti di animali da pelliccia. È il arrivato il momento che il Parlamento italiano metta al bando questa barbarie”, conclude Caporale.
C.D.
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