Gli animalisti di Peta ha lanciato una campagna internazionale per cercare di porre fine al maltrattamento di animali da lavoro nell’antica città di Petra, in Giordania. Peta dice che asini, cavalli e cammelli vengono picchiati e costretti a trasportare visitatori. Tutto questo avviene sotto il sole e senza acqua. Gruppi giordani e internazionali affermano che stanno già lavorando con i proprietari degli animali per migliorare le condizioni.
Il timore è quello che i turisti, dopo le denunce, abbandonino il sito di Petra e non lo visitino più. Petra è una delle meraviglie del mondo. Scavata nella roccia, l’ingresso nell’antica città dei Nabatei attraverso uno stretto passaggio è da brividi. Sicuramente è il gioiello dell’industria turistica giordana. Ma c’è da tempo preoccupazione per il trattamento degli oltre 1.300 animali da lavoro presenti. Gli asini trasportano i turisti su 900 gradini ripidi ed erosi verso il monastero, un monumento costruito su roccia sul fianco della montagna.
Cavalli, muli e cammelli trasportano i turisti in città. Alcuni tirano carrozze e carrelli: tutto questo in mancanza di cibo e acqua mentre lo fanno. Le organizzazioni giordane e i loro partner internazionali hanno cercato di migliorare le loro condizioni nel sito patrimonio mondiale dell’Unesco. Ma Peta dice che non è stato fatto abbastanza. L’anno scorso ha accumulato testimonianze video e fotografiche di crudeltà verso gli animali.
Così sono state documentate profonde ferite su molti degli animali, provocate dalle catene e dalle corde legate intorno a loro. E ora Peta chiede alle autorità giordane di agire in modo decisivo. Dice che gli animali dovrebbero essere sostituiti da mezzi meccanizzati per i turisti. Invita inoltre i tour operator e gli alberghi a evitare il sito fino a quando gli abusi non vengono interrotti.
Ma l’Unesco stessa ha detto alla BBC che i veicoli motorizzati non sono il massimo a Petra. In Giordania, la Princess Alia Foundation e l’organizzazione internazionale di beneficenza per animali, Four Paws, hanno dichiarato di essere felici di lavorare con qualsiasi gruppo per migliorare il benessere degli animali. Ma hanno detto che avevano già fatto molto per migliorare le condizioni per i cavalli a Petra. Infatti hanno fornito nuove stalle, assicurando ai loro proprietari cibo, acqua e riparo sufficienti. In dotazione anche carrozze più leggere e imbracature e selle meno dure.
Riconoscono che c’è altro da fare. Però il timore in Giordania è appunto quello di un boicottaggio al sito archeologico di Petra. Il sito infatti è una fonte di reddito importante. Inoltre, la comunità beduina che da tempo possiede gli animali da lavoro del loro sostentamento sarebbe privata del proprio sostentamento.
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GM
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