La quarantena sta cambiando le abitudini delle persone e impone una riflessione sul rapporto con gli animali
La pandemia ha rimesso in discussione il sistema della globalizzazione ma anche lo stile di vita delle società occidentali. Le limitazioni dei governi introdotte in tutto il mondo per contenere il rischio di contagio hanno ridimensionato le abitudini di milioni di persone.
Non solo i cittadini hanno riscoperto il significato di stare in casa, di coltivare le relazioni con la famiglia e gli affetti ma anche l’importanza della presenza di un animale domestico nella propria vita.
Il contributo che hanno dato gli animali nel periodo della quarantena possiamo quasi essere certi di affermare che non a valore.
Fin dai primi giorni dopo l’entrata in vigore delle restrizioni sono circolati in rete video e vignette ironici con protagonisti i nostri compagni a 4zampe contribuendo a far sorridere gli utenti in rete nonostante il momento drammatico.
Inoltre, hanno dato la possibilità alle persone di continuare a uscire di casa, perlomeno per i proprietari dei cani.
Hanno generato simpatici challenge in rete con tanto di sfide fra utenti come ad esempio il gioco di portare il cane mascherati chi da dinosauro chi da superman; un fenomeno registrato soprattutto in America del Sud.
Sono stati protagonisti di vicende simpatiche, come nel caso di un uomo che si è mascherato da cane, per uscire in strada. Un uomo è stato invece fermato e multato dai carabinieri, in Italia, perché aveva dichiarato di essere uscito per cercare il cane, ma le forze dell’ordine lo conoscevano e sapevano che non né aveva. In tutta risposta l’uomo replicò: “Ecco perché non lo trovavo”, dimostrando una grande ironia. Tra le altre vicende, quella di un cittadino che ha portato a spasso il proprio pappagallo.
In questo periodo, gli animali hanno unito cittadini di tutto il mondo; limitati dalle stesse restrizioni e messi a confronto con le stesse preoccupazioni.
E’ scattata la solidarietà dei volontari per i proprietari di cani in quarantena, sono stati attivati servizi di dog sitting gratuiti per portare a spasso i loro cani e per provvedere alle cure degli animali rimasti soli, con il padrone in ospedale.
Molti volontari e cittadini hanno rischiato di contrarre il virus per continuare a prendersi cura dei cani e gatti ospitati nei canili o dei randagi e delle colonie feline per strada.
Gli agenti della polizia hanno anche consegnato un cucciolo ad una signora anziana regalatogli dal nipote dopo la morte del suo cane. Storie commoventi documentate in rete, come il saluto di un uomo al cane, prima di essere ricoverato in ospedale per coronavirus.
Anche se è stato un fenomeno criticato e le associazioni avevano espresso timore, durante il periodo della quarantena sono aumentate le adozioni di animali in tutto il mondo. Giustamente, le organizzazioni animaliste avevano acceso i riflettori, temendo che dopo la fine della pandemia questi animali fossero nuovamente abbandonati. Tuttavia, questo fenomeno ha confermato come in realtà, la presenza di un cane o un gatto o di un’altra specie d’affezione sia importante nella vita delle persone: contribuisce a combattere la solitudine, a mantenersi in forma e attivi.
E’ giusto anche ricordare che in questo preciso momento, sono state avviate sperimentazioni sugli animali per trovare un vaccino che riesca a contrastare il covid-19. Migliaia di animali in tutto il mondo stanno donando la loro vita alla scienza per salvare la nostra.
Al contempo, uno studio condotto in Italia ha fatto emergere la possibilità di sviluppare difese immunitarie stando al contatto con cani e bovini. I ricercatori hanno individuato una proteina presente nel coronavirus umano che avrebbe delle similitudini con quello canino e bovino. Tanto che il professor Andrea Urbani, direttore Area Diagnostica di Laboratorio del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS ha commentato che “ci piacerebbe arrivare a dimostrare un giorno che l’esposizione ad alcuni animali domestici, ci consente di sviluppare delle immunoglobuline protettive, che permettono di dare luogo a un’infezione da Covid in forma attenuata, in caso di esposizione. Ma per adesso è senz’altro prematuro fare queste affermazioni”.
Gli animali hanno ripreso gli spazi
Quello che è emerso è anche quanto gli animali siano delicati e fragili e come, sono bastati pochi giorni dopo il blocco delle attività a farli uscire allo scoperto. Animali che di solito si nascondono dal frastuono delle città, dalle attività frenetiche dell’uomo e dai pericoli della strada.
E’ stata sufficiente una settimana di blocco per far tornare i delfini addirittura tra i canali di Venezia. Mentre a Roma una simpatica e coraggiosa anatra ha portato a spasso i suoi pulcini, sul marciapiede lungotevere.
In tutto il mondo sono stati condivise immagini di animali selvatici che sono tornati nelle città. Papere, anatre, ma anche daini e molti altri animali mammiferi che hanno scoperto che può esistere un mondo privo d’inquinamento.
La bellezza della vita in meno di un mese ha ripreso il suo ciclo.
Le buone notizie sono sicuramente che questa pandemia ha portato la Cina a controllare maggiormente la catena alimentare, il traffico e il mercato della carne di animali selvatici e ad escludere cani e gatti dalla lista di animali da allevare a scopi alimentari.
La quarantena è riuscita anche a far sospendere quello che sono le attività di caccia al trofeo in Botswana che aveva riaperto la caccia all’elefante.
Inoltre, in molte spiagge italiane, si sono verificate le schiuse di uova di tartaruga mostrando al mondo intero la vita in tutte le sue forme.
I media hanno colto un nuovo fenomeno straordinario quello che vede gli animali riprendere possesso dei propri loro diritti, riappropriandosi degli spazi e del loro habitat.
Il tema che si delinea nel dopo pandemia sarà dunque focalizzato sul come tutelare questo equilibrio che si è venuto a creare. La domanda che sorge è se continuare ad ignorare la natura oppure se possiamo iniziare a pensare a un nuovo sistema che la rispetti e con essa tutti gli esseri che ne fanno parte.
L’inquinamento, la riduzione dell’habitat, spazi artificiali, pericoli dei mezzi di trasporto e la frenesia consumistica: sono le parole che hanno contraddistinto fino ad oggi la società schizofrenica che si è venuta a creare in poco meno di mezzo secolo; una società che ha ignorato il “richiamo della natura”.
L’ecosistema ha bisogno di tutele e forse, la pandemia potrebbe essere un periodo di riflessione sull’organizzazione della società, ripensando le abitudini dei singoli cittadini. Un momento storico nel quale l’uomo è chiamato a ridimensionare la propria supremazia, per creare le basi future di un mondo sostenibile, imparando a rispettare tutte le creature e riducendo le innumerevoli forme di sfruttamento: dall’intrattenimento con animali, agli allevamenti intensivi fino all’inquinamento.
Che fine faranno questi animali che hanno ripreso a vivere senza tutte le forme d’inquinamento che sia atmosferico o sonoro o che hanno ritrovato degli spazi che prima erano vietati per loro?
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Carlotta Degl’Innocenti
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