Scandalo dopo scandalo, indignazione e rabbia. Sentimenti contraddittori tra i quali spicca la frustrazione di non poter intervenire per fermare una situazione illegale, ma diffusa nell’Unione Europea. Dopo una serie di indagini sugli allevamenti intensivi o sul destino di milioni di pulcini triturati vivi nel silenzio mediatico, l’associazione animalista Animal Equality, con una nuova inchiesta, torna a denunciare il maltrattamento e la violazione delle condizioni del benessere animali negli allevamenti europei, nonostante dal gennaio del 2012, sia entrata in vigore una direttiva del Consiglio dell’Unione europea che vieta le gabbie di batteria.
Animal Equality ha proprio dimostrato come ancora oggi, negli allevamenti intensivi gli animali destinati alla macellazione sono costretti a vivere in condizioni pessime, contribuendo alla diffusione di malattie e provocando forme di autolesionismo.
L’indagine dell’associazione animalista ha realizzato una serie d’immagini provenienti da allevamenti spagnoli ma anche nel Nord Italia. Nelle fotografie scattate per lo più nei mattatoi si possono vedere immagini di animali come i polli ammassati all’interno di scatole, in attesa di essere sgozzati.
Un operatore ne tira fuori alcuni dalle vaschette per appenderli alla macchina in cui saranno scannati, e per velocizzare il processo chiude la gabbia col becco del pollo.
C’è poi quest’altra istantanea, dell’orrore. Una sfilza di polli vivi – il cui numero prosegue chiaramente fuoricampo – disposti in sequenza, a testa in giù, appesi per le zampe a ganci metallici: saranno sgozzati subito dopo, in una specie di catena di (s)montaggio. Storie di ordinaria disumanità quotidiana.
In questi allevamenti i polli diventano aggressivi, alcuni cannibali e vittime di degenerazione fisica. La vita di questi animali è condannata fin dall’inizio. Nel giro di 40 giorni i polli, per lo più di razza “broiler”, capace di lievitare rapidamente di peso, devono essere pronti per essere macellati. Uno sviluppo forzato che provoca deformazioni e malformazioni alle zampe con fratture e zoppie gravi. Andrew Butterworth e Sue M. Haslam dell’Università di Bristol in uno studio ha rivelato che soltanto un pollo su tre arriva in salute al momento del macello.
Inoltre in questo tipo di allevamenti sovraffollati vi è il rischio di diffusione di epidemie mentre i polli, stanno diventando resistenti agli antibiotici,un’immunità pericolosa che si trasmette anche di conseguenza agli umani. Un fenomeno che è stato accertato da un rapporto pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sull’antibiotico-resistenza, che nel solo in Italia si stima sia responsabile di circa settemila decessi l’anno.
Come riporta il FattoQuotidiano, nel 2014, un rapporto del ministero della Salute sui livelli di resistenza batterica in carni e animali allevati nel comporto avicolo in Italia. E’ emerso che su 709 campioni di intestino cieco prelevati nei polli, il 12,69% è risultato positivo alla salmonella, il 40,34% al campylobacter jejuni (tre le cause più comuni di gastroenterite nell’uomo), il 34,98%, al campylobacter coli (alla base delle malattie diarroiche acute) e il 95,40% all’escherichia coli (che può dare vomito, diarrea acuta, crampi addominali e, nei bambini piccoli e negli anziani, persino una forma di insufficienza renale che può provocare la morte).
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